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Comunicato stampa: Aumentano i risparmiatori 3a: 10% in più in quattro anni

Comunicato stampa

Sondaggio di Comparis sulla previdenza privata vincolata

Aumentano i risparmiatori 3a: 10% in più in quattro anni

Sette lavoratori svizzeri su dieci risparmiano con il pilastro 3a – quasi il 10% in più rispetto a quattro anni fa. Inoltre, i risparmiatori 3a gestiscono oggi i loro investimenti in modo più attivo. È quanto emerge da un sondaggio rappresentativo di Comparis. «Il calo delle aliquote di conversione, ma anche lo stallo del dibattito politico sulle riforme previdenziali spingono gli svizzeri a prendere in mano il proprio destino – ed è per questo che puntano sempre più sulla previdenza privata», afferma Leo Hug, esperto Comparis in previdenza.

Zurigo, 22 aprile 2022 – Rispetto al 2018, il numero di lavoratori che risparmiano nel pilastro 3a è decisamente cresciuto. Se 4 anni fa il dato era del 63,1%, attualmente è il 69,8% della popolazione attiva a scegliere la previdenza privata con agevolazioni fiscali – un aumento del 10%. Lo dimostrano due sondaggi condotti nel 2018 e nel 2022 dal servizio di confronti online comparis.ch.

«Gli svizzeri si rendono sempre più conto del fatto che dopo il pensionamento non riusciranno ad arrivare alla fine del mese solo con l’AVS e la rendita della cassa pensioni. Ecco perché scelgono le forme di previdenza volontaria», spiega Leo Hug, esperto Comparis in previdenza.

Nettamente ridotto il gap tra donne e uomini

Sono più gli uomini che le donne a usufruire delle opportunità di risparmio offerte dal pilastro 3a: attualmente sono il 75,6% (2018: 70,1%). Dal 2018, comunque, le donne lavoratrici hanno recuperato significativamente terreno, passando dal 55,9 al 63,9%.

Svizzera italiana: i risparmiatori 3a aumentano di oltre il 25%

Anche a livello regionale si notano alcune differenze: il primato dei risparmiatori 3a spetta alla Svizzera tedesca, con ben il 72,7% (2018: 65,1%) della popolazione attiva. Nella Svizzera romanda la percentuale è solo del 62,9% (2018: 60,1%). Per quanto riguarda la Svizzera italiana, si può dire che negli ultimi quattro anni la previdenza privata è stata decisamente rivalutata: la percentuale dei risparmiatori 3a, infatti, è aumentata di oltre il 25%, arrivando al 60,3% (2018: 47,3%).

Perdono terreno le assicurazioni

Le soluzioni bancarie continuano a dominare il mercato: il 70,7% (2018: 64,6%) degli intervistati che risparmia nel pilastro 3a utilizza prodotti offerti da istituti di credito. È invece scesa al 42,0% (2018: 44,7%) la percentuale di chi sceglie una polizza assicurativa 3a o una combinazione di polizza e soluzione bancaria. «Le soluzioni bancarie offrono una maggiore flessibilità nei versamenti – un fattore che meglio si adatta alle moderne carriere lavorative, sempre meno lineari ma sempre più caratterizzate da periodi di formazione non retribuita e da soggiorni all’estero», spiega Hug.

Circa la metà dei lavoratori ha più di un conto o un deposito

Negli ultimi quattro anni, gli svizzeri sono diventati non solo più diligenti nel risparmio previdenziale ma anche più competenti in materia di imposte: sempre più spesso, infatti, distribuiscono i loro averi 3a su più conti per poter beneficiare in seguito dei maggiori vantaggi fiscali derivanti dal prelievo scaglionato. Il 49,3% degli intervistati ha più di un conto – 4 anni fa il dato era del 40,4%.

«Con i rendimenti che vanno dallo 0 allo 0,2% non sorprende che ci sia meno voglia di confrontare i tassi d’interesse dei conti 3a», afferma Hug. Solo il 43,5% (2018: 54,3%) degli intervistati con un conto 3a o un deposito 3a è informato sugli attuali tassi 3a.

«Anziché confrontare tassi quasi nulli con tassi zero, molti risparmiatori hanno preferito investire i loro fondi 3a direttamente in fondi d’investimento. E hanno fatto bene: per chi ha meno di 55 anni, infatti, il risparmio nella previdenza vincolata si può considerare un investimento a lungo termine, il che giustifica l’acquisto di fondi con una forte componente azionaria», afferma l’esperto Comparis in previdenza.

Crolla il mito della banca di fiducia

Si sta sgretolando anche il rapporto solitamente esclusivo tra il risparmiatore 3a e la sua banca di fiducia: solo il 74,3% degli intervistati che utilizza prodotti bancari dichiara di aver scelto la propria banca – quattro anni fa la percentuale era dell’80,8%. Dal 2018, i risparmiatori che oltre a un conto presso la banca di fiducia versano nel pilastro 3a di un’altra banca (o scelgono solo quest’ultima) sono passati rapidamente dal 25,5 al 35,4%. Attualmente il 25% della popolazione attiva non ha un conto 3a presso la propria banca di fiducia (2018: 16,5%). «Si opta sempre più spesso per le soluzioni 3a di altre banche ottimizzando le possibilità di risparmio fiscale con più conti 3a», dichiara Hug.

Cambio di banca: fondamentale è l’affidabilità

Trasferire un conto 3a in un’altra banca resta un’opzione che spaventa la maggior parte dei risparmiatori: solo il 27,5% (2018: 23,4%) degli intervistati, infatti, dichiara di aver fatto questo passaggio.

Alla domanda sui fattori che potrebbero spingere a cambiare istituto di credito, solo il 14,6% degli intervistati afferma che un buon motivo potrebbe essere un tasso di interesse più elevato (2018: 13,0%). Il 35,8% (2018: 37,1%) vorrebbe prima informarsi sul rendimento aggiuntivo al netto dei costi di transazione. Il 37,8% (2018: 33,9%), poi, cambierebbe solo se la banca in questione fosse anche affidabile.

Il 40% sceglie fornitori digitali

Un nuovo concorrente per le banche tradizionali sono i fornitori digitali. Comparis ha analizzato per la prima volta l’utilizzo dei canali informatici: il 40% dei risparmiatori 3a dichiara di aver già scelto o prevede di scegliere quest’anno un fornitore digitale per il versamento 3a – tra gli uomini la percentuale è del 44,5% e tra le donne del 33,4%.

Come ci si poteva aspettare, la distribuzione digitale ha successo principalmente fra i giovani. Il 53% degli intervistati nella fascia di età 20-29, infatti, opta per una soluzione d’investimento di questo tipo. Tra i 50-65enni, invece, la percentuale è solo del 26,8%.

«La previdenza volontaria va consolidata»

Le rendite della cassa pensioni e dell’AVS coprono solo circa il 60% del reddito percepito prima del pensionamento. Per mantenere il consueto stile di vita, però, i pensionati hanno bisogno piuttosto dell’80% dell’ultimo reddito. «La maggior parte dei lavoratori si è ormai resa conto di questo fenomeno», afferma Hug analizzando i risultati del sondaggio.

Oltre all’AVS e alla cassa pensioni, tre quarti degli uomini e quasi due terzi delle donne risparmiano anche nel pilastro 3a. «Purtroppo, per chi è affiliato a una cassa pensioni le possibilità di risparmio sono molto limitate: attualmente il tetto massimo è di CHF 6’883. Considerando soprattutto il calo delle aliquote di conversione e le rendite inferiori delle casse pensioni, la previdenza volontaria nel pilastro 3a va consolidata», chiede l’esperto Comparis in previdenza.

Metodologia

Il sondaggio rappresentativo online è stato condotto dall’istituto di ricerche di mercato Innofact, su incarico di comparis.ch, tra un campione di 2’682 persone (aprile 2018) e di 2’247 persone (marzo 2022) di età compresa tra 20 e 65 anni.

Maggiori informazioni
Leo Hug
Esperto in previdenza
telefono: 079 687 83 93
e-mail:  media@comparis.ch
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Con oltre 80 milioni di visite all’anno, comparis.ch è uno dei siti web svizzeri più utilizzati. L’azienda confronta tariffe e prestazioni di casse malati, assicurazioni, banche, gestori di telefonia e presenta la più grande offerta online di auto e immobili in Svizzera. Grazie ad ampi confronti e valutazioni esaustive, Comparis porta trasparenza sul mercato, rafforzando così il potere decisionale dei consumatori. Fondata nel 1996 dall’economista Richard Eisler, l’impresa con sede a Zurigo oggi conta circa 175 dipendenti.
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