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La Svizzera non è un obiettivo principale del terrorismo internazionale

Berna (ots)

Valutazione della situazione dopo l'11 settembre 2001: rapporto del
Consiglio federale al Parlamento
Le probabilità che la Svizzera e cittadini svizzeri
diventino un obiettivo primario di attacchi terroristici sono
attualmente minime. Visto il potenziale di tali organizzazioni non si
può tuttavia escludere che la Svizzera possa essere colpita da atti
terroristici o che continui ad essere usata, come fu già il caso in
passato, come luogo di ripiegamento logistico.
Sono queste le conclusioni del rapporto «Analisi della situazione
e dei rischi per la Svizzera dopo gli attacchi terroristici dell'11
settembre 2001» presentato dal Consiglio federale al Parlamento.
Diversi interventi parlamentari avevano chiesto un siffatto rapporto.
Gruppi estremistici e terroristici si procurano di continuo mezzi
finanziari in Svizzera o effettuano preparativi logistici dal nostro
paese. Le attività di tali gruppi in Svizzera - ad esempio la
raccolta di fondi - non solo possono danneggiare la sicurezza interna
del nostro paese, ma anche portare indirettamente a pressioni
politiche da parte di Stati che sono direttamente coinvolti in
conflitti con tali organizzazioni.
Oltre ai gruppi estremistici, le economie nazionali altamente
sviluppate e collegate tra di loro offrono possibilità di agire anche
a organizzazioni criminali. Le attività principali della cosiddetta
criminalità organizzata (CO) sono il traffico di stupefacenti, di
armi e la tratta di esseri umani e a questo scopo essa fa uso della
corruzione, del ricatto e del riciclaggio di denaro. Anche se non vi
sono indicazioni per il sussistere in Svizzera di influssi rilevanti
da parte della criminalità organizzata su economia e politica, si
sono potute accertare singole attività di organizzazioni criminali.
Queste mirano ad approfittare dei vantaggi della nostra piazza
finanziaria ed economica. Sono motivo di preoccupazione soprattutto
possibili collegamenti trasversali tra CO e gruppi terroristici.
Misure già adottate o in fase di pianificazione
Gli avvenimenti dell'11 settembre 2001 hanno accentuato le lacune
legislative, già rilevate precedentemente, per quanto riguarda la
ricerca di informazioni a scopo preventivo e il loro trattamento. Nel
novembre 2001 il Consiglio federale ha vietato l'organizzazione
terroristica Al Qaïda, estendendo l'obbligo legale d'informazione di
autorità e organizzazioni con compiti pubblici e introducendo il
diritto di comunicazione nei confronti dell'Ufficio federale di
polizia (UFP).
Benché la Svizzera sia da tempo ben integrata nelle strutture
internazionali di collaborazione in materia di polizia e di
sicurezza, occorre tuttavia migliorare sia i mezzi del servizio di
informazioni e della polizia sia le competenze nella lotta contro i
crescenti rischi a livello mondiale dovuti al terrorismo e alla
criminalità organizzata; queste misure hanno bisogno di un certo
tempo e quindi dovrebbero essere attuate rapidamente.

Contatto:

Jürg Bühler
Ufficio federale di polizia
Tel. +41/31/322'36'07

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