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Schweiz. Kriminalprävention / Prévention Suisse de la Criminalité

Le polizie svizzere e la Prevenzione Svizzera della Criminalità (PSC) si associano per prevenire le truffe e i reati informatici.

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Berna (ots)

Il 6 aprile 2021, prenderà avvio un nuovo capitolo della campagna nazionale di prevenzione delle cybertruffe denominata "E lei? Avrebbe detto di sì?"incentrata questa volta sul tema della condivisione di foto o video intimi. Le polizie svizzere e la PSC uniscono le loro forze per consigliare la popolazione sui comportamenti corretti da adottare in Internet, allo scopo di limitare i pericoli legati a questi tipi di truffa, dalle conseguenze talvolta drammatiche.

Nel 2019, i corpi di polizia cantonali, regionali e comunali della Svizzera e la PSC hanno lanciato una campagna nazionale di prevenzione che mira a sensibilizzare la popolazione sui potenziali pericoli legati all'uso di Internet. A tale fine sono stati diffusi nei media e sulle reti sociali tre video, ognuno della durata di circa un minuto, dedicati alle truffe sulle piattaforme di inserzioni gratuite, alle truffe romantiche e ai cosiddetti "muli del denaro" (Money Mule). Questa campagna nazionale di prevenzione è proseguita per tutto il 2020 focalizzandosi su altri tre temi: la sextortion, le truffe del falso supporto tecnico (truffe Microsoft) e il grooming (adescamento di minori). Questa campagna nazionale di prevenzione continuerà anche nel 2021 e si dedicherà a tre nuovi temi. Il primo sarà incentrato sulla condivisione di foto o video intimi.

"E lei? Avrebbe detto di sì?"

Questa prima parte della campagna 2021 mira a sensibilizzare la popolazione ai pericoli legati alla condivisione di foto o video intimi, anche nota con il nome di sexting. La pratica di scambiarsi per via elettronica materiale personale a sfondo sessuale o di natura intima è sempre più diffusa tra i giovani. Una delle ragioni principali del suo incremento risiede nell'onnipresenza delle tecnologie e di Internet presenti nella vita dei giovani d'oggi. Ci sono diverse ragioni che spingono i giovani a inviare foto o video intimi e privati. Lo si fa, per esempio, per dimostrare il proprio amore, per sedurre o condividere il piacere, o ancora per dar prova di fiducia nell'altro. Capita a volte che la pressione dei coetanei o il ricatto siano all'origine di questo comportamento. La situazione diventa poi problematica quando uno dei giovani condivide la foto o il video ricevuto con una terza persona. La vittima, dopo aver visto la sua foto o il suo video pubblicato nello spazio pubblico e la cui fiducia è stata tradita, si troverà probabilmente confrontata a situazioni di (cyber)bullismo. La storia di Marco e Jessica mette in evidenza una situazione tipica del pericolo legato allo scambio di foto o video intimi. Infatti, Marco ha condiviso una foto intima di Jessica con il suo gruppo di amici senza avere ricevuto il consenso della ragazza. Tradendo la fiducia di Jessica, Marco ha reso possibile la diffusione della foto intima in tutta la scuola. Da allora Jessica è diventata una vittima di (cyber)bullismo.

Per evitare questa situazione e prevenire i pericoli legati alla condivisione di foto e video intimi, consigliamo di:

  • non condividere mai foto o video intimi di un'altra persona;
  • cancellare foto o video intimi ricevuti da terzi;
  • tener presente che condividere foto e video intimi ha gravi conseguenze;
  • non esitare a parlare con qualcuno di cui ci si fida, se si è vittima o testimone di derisioni, insulti, isolamento o atti di violenza.

Lo scambio di foto o video nell'ambito del sexting avviene in un contesto intimo e privato basato, in linea di principio, sul consenso reciproco di entrambe le persone. In compenso, la condivisione di tali contenuti con terzi può avere conseguenze tragiche che possono persino spingere la vittima al suicidio, come lo dimostrano i vari casi a cui è stata data un'ampia copertura mediatica negli ultimi anni. È anche importante ricordare che lo scambio di foto e video intimi è vietato ai minori di 16 anni, nella misura in cui l'articolo 197 del Codice penale vieta di produrre, consumare, possedere, diffondere, mostrare e rendere accessibili file a sfondo sessuale che coinvolgono i minori.

Le polizie svizzere e la PSC vi rammentano in questa sede i consigli generali di prevenzione in materia di cybertruffe e criminalità informatica:

  • Non fidatevi mai di una persona che conoscete solamente in Internet!
  • Non trasmettete mai password e copie o scansioni di documenti ufficiali come passaporto, licenza di condurre, ecc.!
  • Non divulgate mai foto intime o informazioni personali!
  • Non versate mai acconti se non siete sicuri dell'affidabilità del vostro interlocutore!

Contatto:

Polizie del concordato Svizzera romanda, Berna e Ticino:
Uff. Sp. Olivia Cutruzzolà, sostituta del capo dell'ufficio Conferenze Informazione e Prevenzione phone: 079 808 50 13
email: olivia.cutruzzola@vd.ch

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