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Bundesamt für Statistik

BFS: Costi della salute dal 1960 al 2000

(ots)

Costi della salute dal 1960 al 2000 Aumento: un fenomeno sociale

Stando alle stime dell’Ufficio federale di statistica (UST), nel 
2000 i costi della salute hanno raggiunto 43,4 miliardi di franchi. 
Negli ultimi quarant’anni, la quota di tali costi sul prodotto 
interno lordo (PIL) è progredita regolarmente, passando dal 4,9% del 
1960 al 10,7% dei nostri giorni. L’aumento dei costi del sistema 
sanitario non è un fenomeno recente o legato alla legge federale 
sull’assicurazione malattie (LAMal) entrata in vigore nel 1994. 
L’evoluzione dei costi del sistema sanitario non va nemmeno di pari 
passo con i cicli economici, ma risulta da un fenomeno sociale di 
fondo che coinvolge e condiziona tutti: ad iniziare dai pazienti, 
passando per i fornitori delle cure e le assicurazioni malattie, 
fino alle autorità pubbliche. L’Ufficio federale di statistica ha 
elaborato un calcolo cronologico dei costi del sistema sanitario per 
il periodo dal 1960 al 2000. Dallo studio emerge che nel 1960 tali 
costi ammontavano al 4,9 per cento del PIL, mentre nel 2000 
raggiungevano il 10,7 per cento. I costi del sistema sanitario erano 
stimati a 1,9 miliardi di franchi nel 1960, mentre nel 2000 
raggiungevano 43,4 miliardi, registrando un aumento medio annuo del 
7,3 per cento: un aumento sensibilmente superiore a quello relativo 
ai prezzi al consumo, pari al 3,4 per cento. La progressione reale 
dei costi della salute ammonta quindi al 3,9 per cento. Nell’ultimo 
decennio, 1990-2000, l’aumento annuo è risultato in media del 4,2 
per cento per i costi del sistema sanitario e dell'1,9 per cento per 
i prezzi al consumo, con una progressione reale annua delle spese 
sanitarie pari al 2,3 per cento. I costi della salute non aumentano 
assolutamente in modo esplosivo. Il loro incremento è infatti 
regolare e corrisponde con ogni evidenza all’evoluzione delle 
abitudini sociali e individuali che prediligono una qualità di vita 
con la salute al centro dell’attenzione. Cause dell’aumento dei 
costi L’aumento dei costi della salute va attribuito a fattori 
complessi, legati sia all’offerta che alla domanda di servizi 
sanitari, che coinvolgono tutti gli attori: ovvero i pazienti, i 
fornitori di cure, le assicurazioni malattie e le autorità 
sanitarie. I comportamenti di ogni singolo concorrono al rialzo dei 
costi. Sul fronte dell’offerta, l’innalzamento dei costi della 
salute va attribuito al crescente grado di professionalità, alle 
innovazioni tecniche, all’aumento del numero di medici con studi 
privati e all’arrivo sul mercato di nuovi farmaci costosi, mentre 
per quanto riguarda la domanda, vanno citate l’evoluzione 
strutturale della popolazione e delle economie domestiche, il 
restringimento della rete di solidarietà sociale e il maggiore 
accesso di tutta la popolazione a cure di qualità. Boom delle cure 
ospedaliere Sull’intero periodo esaminato, la quota dei costi delle 
cure stazionarie è passato dal 35,7 per cento nel 1960 al 46,8 per 
cento nel 2000. La quota dei costi per cure ospedaliere e lunghe 
degenze in strutture per anziani e malati cronici è aumentata fino 
all'inizio degli anni Novanta, raggiungendo addirittura il 50 per 
cento nel 1991. Le cure ambulatoriali e i servizi ausiliari sono 
rimasti più o meno stabili, passando dal 36,6 per cento nel 1960 al 
33,1 per cento nel 2000. La LAMal, entrata in vigore nel 1994, 
sembra aver aperto la strada a un miglior impiego delle potenzialità 
delle cure ambulatoriali: infatti, la percentuale di cure 
stazionarie (intra-muros) è in calo proprio da tale periodo. Le 
spese di prevenzione e amministrazione sono raddoppiate, passando 
dal 3,5 per cento nel 1960 al 7,4 per cento nel 2000. La quota dei 
costi dei beni sanitari, essenzialmente farmaci, è scesa di quasi la 
metà, passando dal 24,2 per cento nel 1960 al 12,6 nel 2000. Questa 
diminuzione è risultata elevata nella prima metà del periodo in 
esame. Negli ultimi vent'anni, invece, l'evoluzione è risultata 
incerta e lo sviluppo di costose terapie farmacologiche negli anni 
Novanta sembra aver spinto la quota dei costi dei medicinali verso 
l’alto. Assicurazioni sociali: un ruolo crescente Tra il 1960 e il 
2000 la quota del finanziamento statale è scesa leggermente, 
passando dal 22,2 per cento del 1960 al 15,2% del 2000. La 
proporzione a carico delle assicurazioni sociali e private è invece 
aumentata notevolmente passando dal 25,2 per cento nel 1960 al 50,9 
per cento nel 2000. Con gli anni, la parte pagata dalle economie 
domestiche è invece scesa regolarmente dal 51,5 per cento del 1960 
al 32,9 per cento del 2000. Nel periodo in rassegna, l’evoluzione 
del finanziamento è stata caratterizzata da tre fattori legati con 
ogni evidenza a cambiamenti strutturali: la netta espansione della 
copertura da parte delle assicurazioni sociali, il disimpegno 
diretto e relativamente ampio dello Stato e la netta diminuzione 
della quota a carico delle economie domestiche. L’aumento del 
finanziamento da parte delle assicurazioni sociali va attribuito 
essenzialmente all’estensione dell’assicurazione malattia di base. 
Meno Stato nella sanità Per stimare gli oneri rispettivi dello Stato 
e del privato nel sistema sanitario, il finanziamento delle 
assicurazioni sociali è ripartito a sua volta sullo Stato, sulle 
economie domestiche e sulle imprese. La quota dello Stato ha segnato 
una progressione regolare dal 1960 (31,4%) al 1971 (39,5%) prima di 
diminuire in maniera costante e raggiungere quota 25,3 per cento nel 
2000. La quota delle economie domestiche, che tiene conto dell'onere 
dei premi dell'assicurazione malattie, è scesa dal 63,8 per cento 
nel 1960 al 55,4 per cento nel 1971, prima di registrare una 
progressione regolare fino a raggiungere il 68,2 per cento nel 2000. 
La quota delle imprese è rimasta relativamente stabile, con una 
lenta progressione, passando dal 4,9 per cento nel 1960 al 6,4 per 
cento nel 2000. Alla fine degli anni Novanta, la quota dello Stato 
ha toccato un minimo «storico» (2000: 25,3%), nonostante questa 
cifra comprenda le spese per la riduzione dei premi 
dell'assicurazione malattie. Dal punto di vista della politica 
sociale, il tradizionale ruolo di ridistributore dei poteri pubblici 
ha quindi tendenza a diminuire. Le spese destinate dalle economie 
domestiche alla salute sono invece aumentate nel corso del tempo.
La statistica dei costi della salute realizzata dall’UST è una 
sintesi di tutte le informazioni quantitative disponibili. Il suo 
scopo è quello di valutare i flussi monetari annuali relativi alla 
produzione, alle spese e al finanziamento dei beni e dei servizi 
sanitari in Svizzera. È quindi realizzabile solo al momento in cui 
sono disponibili tutti i dati statistici primari, e segnatamente 
quelli inerenti alle assicurazioni sociali e alle finanze pubbliche. 
Per questo motivo, i risultati definitivi appaiono generalmente con 
un ritardo di circa due anni. Modello di stima I metodi sono stati 
migliorati e i risultati sono presentati in modo tale da rispondere 
ai nuovi bisogni d’osservazione dell’evoluzione del sistema 
sanitario e dell’assicurazione malattie. I nuovi dati statistici di 
base nel settore delle cure stazionarie permettono una maggior 
precisione nelle stime. Inoltre, le classificazioni utilizzate e le 
procedure di calcolo sono interamente conformi alla recente 
metodologia internazionale dell’OCSE sui conti della salute. Le 
stime sui costi del sistema sanitario svizzero esistono dal 1960. 
L’Ufficio federale di statistica pubblica la statistica dei costi 
del sistema sanitario dal 1985. La metodologia dei conti sanitari 
riveduta di recente ha consentito di armonizzare le serie 
cronologiche. Avvalendosi di un metodo di concatenamento degli 
indici, è stata effettuata una retropolazione dei valori risalendo 
fino al 1960.
UFFICIO FEDERALE DI STATISTICA
	Servizio informazioni
Informazioni:
Raymond Rossel, UST, Sezione sanità,
tel. : 032/713 67 77
I comunicati stampa dell’UST sono disponibili anche su Internet 
all’indirizzo: http://www.statistica.admin.ch
22.7.03

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