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Eidg. Justiz und Polizei Departement (EJPD)

Meglio protetti dai criminali estremamente pericolosi Licenziato il messaggio concernente l'attuazione dell’iniziativa sull’internamento

(ots)

Berna, 23.11.2005. L'attuazione dell'iniziativa sull'internamento è tesa a proteggere meglio la società dai criminali estremamente pericolosi e refrattari alla terapia, senza violare i principi della Convenzione europea sui diritti dell’uomo (CEDU). Mercoledì, il Consiglio federale ha licenziato il relativo messaggio.

L’8 febbraio 2004, il popolo e i Cantoni hanno approvato a larga 
maggioranza l'iniziativa popolare «Internamento a vita per criminali 
sessuomani o violenti estremamente pericolosi e refrattari alla 
terapia», introducendo di fatto il nuovo articolo 123a della 
Costituzione federale. Entrato subito in vigore, il nuovo articolo 
costituzionale può, all'occorrenza, essere applicato direttamente. 
Tuttavia, il testo lascia molto spazio all'interpretazione, ragion 
per cui il Consiglio federale ha deciso di emanare disposizioni 
esecutive.
Concretizzato l'esame dell'internamento
Le modifiche della Parte generale del Codice penale, proposte nel 
disegno, stabiliscono a quali condizioni il giudice può ordinare 
l'internamento a vita e, sulla base di un catalogo di reati 
esaustivo, specificano in particolare chi debba essere considerato 
un criminale sessuomane o violento estremamente pericoloso e 
refrattario alla terapia. Il disegno disciplina inoltre la procedura 
per appurare, nel caso specifico, se è ancora giustificato mantenere 
l'internamento a vita.
Il Consiglio federale intende istituire una commissione peritale
La procedura prevista esclude un esame automatico, proprio come 
chiesto dall'iniziativa popolare, senza tuttavia violare i principi 
dettati dalla CEDU: ad istanza dell'interessato o procedendo 
d'ufficio a intervalli regolari, l'autorità esecutiva cantonale 
incarica una commissione peritale federale di verificare la 
legittimità dell'internamento a vita. La commissione peritale, che 
dovrà essere istituita dal Consiglio federale, esamina se esistono 
nuove conoscenze scientifiche sull'idoneità alla terapia di autori 
internati a vita.
L’autorità esecutiva decide in base al rapporto della commissione 
peritale se proporre un trattamento all’autore. Se da tale 
trattamento risulta che è possibile ridurre nettamente la 
pericolosità dell'autore, il giudice commuta l’internamento a vita 
in un trattamento stazionario. Tuttavia, il giudice può disporre la 
liberazione condizionale anche senza previo trattamento, a 
condizione che l'autore non costituisca più un pericolo per la 
collettività, perché affetto da senilità, grave malattia o per altri 
motivi.
Escluso l'internamento a vita ordinato a posteriori
Il Consiglio federale rinuncia a introdurre la possibilità di 
ordinare l'internamento a vita anche a posteriori. Il messaggio 
concernente la modifica della Parte generale del Codice penale 
prevedeva già la possibilità di ordinare a posteriori 
l'internamento «ordinario», nell'ambito di una procedura di 
revisione. Tale provvedimento è sufficiente per impedire la 
scarcerazione di criminali che si rivelano pericolosi soltanto nel 
corso dell’esecuzione della pena.
Per ulteriori informazioni:
Heinz Sutter, Ufficio federale di giustizia, tel. 031 / 322 41 04

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