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Discours Suisse - Sans-Papiers in Svizzera Un problema nazionale

Berna (ats/ots) -

A lungo negato o ignorato, negli ultimi anni il
problema dei clandestini ha acquisito una certa visibilità, grazie
soprattutto al lavoro dei collettivi dei "sans papiers", sorti un po'
ovunque in Svizzera dove si sono verificate situazioni d'emergenza.
Che il fenomeno cominci ad essere preso in considerazione lo conferma
anche uno studio dell'Istituto di ricerca Gfs pubblicato la scorsa
primavera e commissionato dal Dipartimento federale di giustizia e
polizia (DFGP).
Secondo l'indagine, che ha preso in considerazione sei cantoni,
sarebbero tra gli 80 e 100mila le persone che soggiornano
illegalmente in Svizzera: oltre 20mila a Zurigo, 12-15mila nel canton
Vaud, 8-12mila nel canton Ginevra, 5'000 a Basilea Città, 2-4mila in
Turgovia e circa 2'000 in Ticino, dove si registrano però fluttazioni
stagionali che variano dai 1'000 in inverno ai 3'000 in estate.
La questione non è comunque ancora molto conosciuta, tanto più che
spesso solleva problemi anche la definizione di "sans papiers". Sono
molti infatti coloro che ritengono si tratti soprattutto di
richiedenti l'asilo la cui domanda è stata respinta, ma che
continuano a vivere illegalmente in Svizzera, un disorientamento -
sostiene Martin Boekhoedt - del collettivo ginevrino - sfruttato
consapevolmente dall'UDC a scopi di propaganda.
Per quel che riguarda il Ticino a dare risalto al fenomeno è
stato, nel 2002, un gruppo di ecuadoriani che vivevano in condizioni
di estrema povertà. Per aiutarli si è attivato il movimento dei
senzavoce, che ha offerto loro sostegno logistico e medico. E proprio
il ruolo di tali organizzazioni sembra essere all'origine delle
differenze che contraddistinguono i cantoni in materia d'intervento,
afferma Balthasar Glättli, segretario generale di "Solidarité sans
frontière" e copresidente dei Verdi di Zurigo.
È il caso anche di Basilea Città, dove negli ultimi anni
l'assistenza ai "sans papiers" è sensibilmente migliorata, grazie
soprattutto alla creazione di un ufficio specifico cui gli illegali
possono rivolgersi, osserva Denise Efionay, direttrice aggiunta del
Forum svizzero per lo studio delle migrazioni.
Tra i tentativi di trovare una soluzione al fenomeno spicca quello
del Ticino, dover per arginare il problema degli ecuadoriani si era
attivato anche il Consiglio di Stato con il "Progetto Ecuador", un
programma di sviluppo svolto direttamente nel paese sudamericano, che
mira al rimpatrio degli ecuadoriani e ad evitare nuove immigrazioni.
Grazie a questo programma, sostiene Luigi Pedrazzini, capo del
Dipartimento cantonale delle istituzioni, il problema degli
ecuadoriani è stato risolto.
A livello politico il tema dei sans papier è in ogni modo
inesistente, precisa il consigliere di stato, che esprime perplessità
sui dati forniti dal DFGP: "Bisogna capire come questa cifra sia
stata costruita". Presumo, afferma, che si tratti di "medie che non
tengono in giusta considerazione i riscontri fatti sul terreno".
Le differenze regionali restano però molto ampie, tanto più -
spiega Myrtha Welti, presidente del Gruppo per i "sans papiers" della
Commissione federale degli stranieri (CFS) - che la "direttiva
Metzler" per la regolarizzazione dei clandestini in "situazioni
estremamente gravi" di fatto lascia un largo margine
d'interpretazione.
Nelle regioni germanofone prevalgono comunque in linea generale
l'idea di uno stato meno attivo nella risoluzione dei problemi
sociali legati ai clandestini e "una tendenza legalista", dove la
volontà di applicare le leggi risulta più importante dei diritti
umani fondamentali. Quest'ultimi rivestono invece un ruolo maggiore
in Svizzera romanda, spiega Vania Alleva, del sindacato Unia.
Riguardo alla localizzazione dei "sans papiers", lo studio del Gfs
ritiene che ve ne siano sia nelle zone rurali, dove lavorano
soprattutto uomini provenienti dai Balcani impiegati
nell'agricoltura, sia nei centri urbani, dove si trovano perlopiù
donne sudamericane che svolgono lavori domestici per privati.
L'afflusso di illegali dipenderebbe quindi molto più dal mercato del
lavoro che non dalla politica d'asilo. Questa tesi è confermata anche
dalla presidente del Consiglio di stato di Ginevra Martine
Brunschwig-Graf (PLR), secondo cui il problema ha comunque una
portata nazionale e non solo regionale.
NOTA: questo testo è stato redatto nell'ambito del progetto
"Discours Suisse". L'iniziativa, patrocinata dal Forum Helveticum
(FH), dalla Netzwerk Müllerhaus (NM) e dall'Agenzia telegrafica
svizzera (ats), ha lo scopo di promuovere la comprensione tra le
comunità linguistiche del Paese. Informazioni più complete sono
reperibili al sito internet http://www.discours-suisse.ch.
L'indirizzo email è  info@discours-suisse.ch.

Contatto:

Discours Suisse
c/o FORUM HELVETICUM
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Tél. +41/62/888'01'25
Fax +41/62/888'01'01
E-Mail: info@forum-helveticum.ch

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