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comparis.ch sull'accettazione delle analisi del patrimonio genetico - Due terzi non vogliono fare test genetici

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Zürich (ots)

Informazione: i grafici "Titolo grafico" possono essere scaricati gratuitamente in formato pdf su: http://www.presseportal.ch/fr/pm/100003671/comparis_ch_ag/?langtid=4

Giovedì il Consiglio nazionale tratterà due mozioni sulla regolamentazione degli esami del proprio materiale genetico. In essi la popolazione svizzera vede sia opportunità sia rischi, come dimostra un sondaggio rappresentativo di comparis.ch. Il 45 per cento degli intervistati considera i test genetici piuttosto come un'opportunità, mentre il 42 per cento piuttosto come un rischio. Uno dei punti centrali è che datori di lavoro e assicurazioni non abbiano alcun diritto su tali dati. Una netta maggioranza non è interessata a sottoporsi a test genetici. Tuttavia, una regolamentazione severa comporterebbe il pericolo che circa mezzo milione di svizzeri effettui test genetici all'estero.

Zurigo, 6 marzo 2012 - Giovedì il Consiglio nazionale discuterà due mozioni sulle condizioni quadro giuridiche valide in futuro per i test genetici su esseri umani. Grazie a tali analisi è possibile stabilire il rischio individuale di sviluppare determinate malattie, come il cancro o il morbo di Parkinson. Attualmente questi esami sono consentiti soltanto se effettuati a scopo medico, vale a dire che essi devono essere prescritti da un medico. Tuttavia all'estero le regolamentazioni in proposito sono in parte meno severe. Tramite internet, anche in Svizzera è possibile far eseguire un test genetico da un fornitore estero. Le mozioni che saranno trattate giovedì mirano a una regolamentazione univoca. La questione centrale, che già in fase preliminare è stata oggetto di accese discussioni sui media, è la seguente: i test genetici devono essere effettuati soltanto a scopo medico oppure possono essere accessibili più liberamente?

Con un sondaggio rappresentativo, il servizio di confronto internet comparis.ch ha analizzato l'atteggiamento degli svizzeri sui test genetici. A tale scopo, tra il 20 e il 25 febbraio 2012 l'istituto di ricerche di mercato Link ha intervistato telefonicamente 1101 persone tra i 18 e i 74 anni in tutta la Svizzera. Il sondaggio mostra che pochissime persone hanno esperienze con questi test. Soltanto un intervistato su 25 ha già fatto analizzare il proprio patrimonio genetico. Se in Svizzera effettuare le analisi del DNA fosse più semplice rispetto a oggi, il 16 per cento degli intervistati potrebbe pensare di sottoporsi a tali esami. Il 64 per cento esclude di voler fare analizzare il proprio patrimonio genetico, mentre il 19 per cento è ancora indeciso. Se in Svizzera le regolamentazioni per i test genetici continuassero a essere severe quanto lo sono ora, il 22 per cento degli intervistati che, con una regolamentazione più liberale, farebbe analizzare il proprio patrimonio genetico in Svizzera, potrebbe pensare di rivolgersi a fornitori esteri. Un ulteriore 16 per cento non escluderebbe di effettuare un'analisi del DNA all'estero, ma è ancora indeciso (cfr. grafico 1 a pagina 3).

Opportunità e rischi in equilibrio Un ulteriore indizio sull'atteggiamento nei confronti dei test genetici è dato dalle possibilità e dai rischi percepiti a livello generale. In questo caso si denota un quadro equilibrato. Infatti, il 45 per cento degli intervistati considera le analisi del patrimonio genetico piuttosto come un'opportunità, mentre il 42 per cento piuttosto come un rischio. Il 7 per cento non sa oppure non vuole rispondere alla domanda. Secondo gli intervistati, i maggiori pericoli risiedono nel fatto che le assicurazioni potrebbero richiedere tali test, che il risultato potrebbe cambiare la vita in negativo oppure potrebbe finire nelle mani sbagliate (cfr. grafico 2). L'opportunità più importante, agli occhi degli intervistati, è il contributo che tali analisi genetiche potrebbero fornire alla ricerca, seguito dalla possibilità di stimare il rischio di malattie ereditarie nei propri figli. E anche la conoscenza dei propri rischi di malattia viene riconosciuta come un'opportunità (cfr. grafico 3), ad esempio per migliorare la prevenzione. La possibilità di ridurre i costi della salute è invece meno condivisa. «Le svizzere e gli svizzeri valutano già oggi le opportunità e i rischi dei test genetici in modo molto realistico», afferma Felix Schneuwly, esperto di casse malati presso comparis.ch.

Dati disponibili soltanto per pochi Il fatto che la tutela dei dati nelle analisi del patrimonio genetico rappresenti l'interesse centrale è dimostrato anche dalla domanda su chi dovrà avere accesso ai risultati. Se in Svizzera fosse più facile effettuare le analisi dei propri geni rispetto ad adesso, gli intervistati vorrebbero che soltanto una cerchia ristretta di persone avesse accesso ai risultati. Così, il 76 per cento afferma che soltanto la persona che ha effettuato il test dovrebbe potervi accedere. Il 66 per cento estende tale diritto anche al medico curante. E il 40 per cento trova che i genitori dovrebbero poter accedere ai dati dei propri figli. Un terzo degli intervistati metterebbe a disposizione della ricerca i risultati di un'analisi genetica in forma anonimizzata. Ma in nessun caso i datori di lavoro, le casse malati o le assicurazioni sulla vita dovrebbero avere accesso ai dati: oltre il 90 per cento rifiuta chiaramente tale possibilità. «Le norme svizzere in materia di protezione dei dati sono già molto severe. Inoltrare i risultati dei test genetici a terzi richiede, in linea di principio, l'autorizzazione della persona interessata. Pertanto la richiesta di un accesso limitato ai dati sarebbe soddisfatta già adesso», dichiara Schneuwly. Chi tuttavia, in seguito a un esame genetico, è a conoscenza dei propri rischi e, ad esempio, viene interrogato a riguardo prima della stipulazione di un'assicurazione complementare, è tenuto a fornire informazioni in proposito. «Se si intende stipulare un'assicurazione complementare, lo si dovrebbe fare prima di sottoporsi a un test genetico», consiglia Schneuwly.

Nessuna nuova regolamentazione richiesta Infine comparis.ch ha anche chiesto se sarebbe necessaria una nuova regolamentazione per i test genetici e, quindi, se tali esami dovrebbero essere consentiti in Svizzera anche senza prescrizione medica. Il 53 per cento degli intervistati indica che l'attuale regolamentazione dovrebbe essere mantenuta. Il 39 per cento ritiene che i test genetici dovrebbero essere più facilmente accessibili. «In questo caso ci si chiede se si debba continuare a ostacolare la parte di popolazione che desidera fare analizzare il proprio patrimonio genetico oppure se tale decisione debba essere affidata a loro. Una regolamentazione severa potrebbe comportare un crescente aumento del numero di test effettuati all'estero, a scapito della sicurezza dei dati, della qualità e del panorama di ricerca autoctono», afferma Schneuwly. Se ognuno dovesse pagare il test genetico di tasca propria, cosa auspicata da oltre il 40 per cento degli intervistati, non si verrebbero neppure a creare costi per la comunità, spiega l'esperto di casse malati. E infine, secondo Schneuwly, il Parlamento dovrebbe prendere sul serio le preoccupazioni della popolazione e tutelare giuridicamente e in modo vincolante le persone che si sono sottoposte a test genetici dalla cessione non volontaria dei risultati a datori di lavoro, assicuratori ecc.

Contatto:

Felix Schneuwly
Esperto in materia di assicurazione malattie
Cellulare: 079 600 19 12
Telefono: 044 360 34 00
E-mail: felix.schneuwly@comparis.ch
http://it.comparis.ch/krankenkassen

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