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economiesuisse/Unione svizzera degli imprenditori/USAM - La via bilaterale e la libera circolazione delle persone rafforzano la Svizzera e la sua economia

Zürich (ots)

Dieci anni dopo l'entrata in vigore degli accordi bilaterali I con l'UE, le organizzazioni economiche svizzere traggono un bilancio positivo. Gli accordi hanno permesso alla Svizzera di migliorare la propria competitività, la crescita e il benessere. Questo vale in particolare per l'accordo sulla libera circolazione delle persone, che ha permesso alle imprese indigene di cogliere negli ultimi anni varie opportunità di crescita. L'economia si opporrà ad ogni iniziativa che metta in pericolo questo accordo. Per dare una svolta più concreta al dibattito, essa lancia una discussione «per una politica dell'immigrazione costruttiva».

Gli accordi bilaterali I con l'UE sono entrati in vigore dieci anni dopo il rifiuto della Svizzera, nel 1992, di aderire allo Spazio economico europeo (SEE). Secondo economiesuisse, l'Unione svizzera degli imprenditori e l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), è soprattutto la seconda data ad essere memorabile, poiché segna l'inizio di una success-story economica. Nel corso di una conferenza stampa comune a Berna, le tre organizzazioni mantello hanno ricordato che, oltre alla riforma della Swisslex, sono proprio gli accordi bilaterali I - libera circolazione delle persone inclusa - che hanno permesso alla Svizzera di uscire dal torpore e dalla stagnazione degli anni '90. Dopo il 2002, il prodotto interno lordo (PIL) ha registrato una crescita ben più sostenuta che in precedenza. Questo vale anche per il salario medio, la capacità d'innovazione e la competitività dell'insieme della piazza economica.

Pascal Gentinetta, Direttore di economiesuisse, ha rilevato che questa attrattività favorisce anche lo Stato. Le finanze federali sono attualmente equilibrate; ciò che non era il caso negli anni '90. Gentinetta deplora che gli accordi bilaterali siano associati quasi esclusivamente agli aspetti negativi della libera circolazione delle persone. L'accordo è indissociabile dagli altri sei accordi e potrebbe essere disdetto solo congiuntamente a tutti gli altri. «Sul piano economico, questo accordo ha contribuito in maniera decisiva al bilancio globalmente positivo della via bilaterale».

Gli aspetti positivi sono ampiamente predominanti Hans-Ulrich Bigler, Direttore dell'Unione svizzera delle arti e mestieri, ritiene che l'apertura del mercato del lavoro sia la principale conquista dell'accordo. Ciò ha considerevolmente migliorato le condizioni quadro per le imprese che hanno una forte proporzione di collaboratori stranieri, come numerose PMI. Questo miglioramento favorisce in particolare i settori della costruzione, dell'industria alberghiera e della ristorazione. «Vi è solo questo sistema che è in grado di soddisfare i bisogni considerevoli dell'economia in manodopera qualificata, pilastro principale della crescita», ha spiegato Hans-Ulrich Bigler. Si dimentica spesso che il sistema dei contingenti precedente al 2002 comportava per le PMI oneri amministrativi enormi. Secondo Bigler, si tratta di una delle ragioni per le quali - in un sondaggio pubblicato dall'USAM all'inizio del 2012 - il 70% dei quadri dirigenti delle PMI si sono pronunciati a favore della continuazione della libera circolazione delle persone.

Le misure d'accompagnamento impediscono gli abusi Nessuno contesta che gli accordi bilaterali I abbiano radicalmente cambiato la situazione dell'immigrazione in Svizzera. Contrariamente ai decenni precedenti al 2002, in Svizzera immigrano ora principalmente cittadini dell'UE. Il livello di formazione medio degli immigrati è ben superiore rispetto al passato, essi percepiscono redditi più elevati e pertanto contribuiscono maggiormente al finanziamento delle assicurazioni sociali. Secondo Valentin Vogt, Presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori, il mercato svizzero del lavoro si è considerevolmente rafforzato sul piano strutturale. A ciò va aggiunto che le misure d'accompagnamento fungono da barriera al dumping sociale e salariale, denunciato in maniera ricorrente. Esistono certamente degli abusi, «ma una valutazione globale delle misure d'accompagnamento deve tener conto che gli abusi costituiscono nettamente meno dell'1% del mercato svizzero del lavoro.»

Dialogo per una politica dell'immigrazione costruttiva Secondo le tre grandi organizzazioni economiche, gli aspetti positivi della libera circolazione delle persone predominano ampiamente rispetto agli effetti secondari negativi. Questo non significa tuttavia che si possano semplicemente ignorare i problemi legati ad un'offerta troppo esigua sul mercato immobiliare, allo sviluppo disordinato del territorio e ai congestionamenti su strade e ferrovia. «La Svizzera non è stata e non è pronta a far fronte ad un'evoluzione dinamica in questi settori», ha ribadito Pascal Gentinetta. Anche l'economia vorrebbe contribuire a trovare soluzioni concrete per affrontare queste sfide.

Dal punto di vista dell'economia, le iniziative popolari dell'UDC e di ECOPOP non costituiscono soluzioni proponibili. Entrambe rimettono in discussione una via bilaterale coronata dal successo, senza presentare alternative valide. Le organizzazioni economiche combatteranno insieme queste due iniziative. In quest'ottica, esse intendono dimostrare ancor più chiaramente l'utilità dell'immigrazione per l'insieme della società e aprire un dibattito sulle sue conseguenze.

Contatto:

Unione svizzera degli imprenditori: Valentin Vogt, Presidente, tel.
079 634 12 10
economiesuisse: Pascal Gentinetta, Presidente della Direzione, tel.
079 202 48 65
Unione svizzera delle arti e mestieri: Hans-Ulrich Bigler, Direttore,
tel. 079 285 47 09

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