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Associazioni mantello dell'economia - Assicurazioni sociali sane sono nell'interesse dell'economia - SÌ al finanziamento aggiuntivo temporaneo dell'AI

Zürich (ots)

L'assicurazione invalidità (AI) deve essere
urgentemente risanata. Essa è fortemente indebitata. I suoi debiti 
aumentano di 1,4 miliardi di franchi all'anno e raggiungono nel 
frattempo i 13 miliardi di franchi. Il pesante onere del debito non 
minaccia unicamente l'AI, ma pesa anche sul fondo AVS. A medio 
termine, le rendite AVS sono minacciate. In occasione di una 
conferenza stampa comune, i presidenti delle organizzazioni mantello 
dell'economia prendono posizione a favore del finanziamento 
aggiuntivo temporaneo dell'AI. Essi ritengono che il progetto 
costituisca una tappa necessaria per un risanamento durevole dell'AI 
attraverso misure basate sulle spese.
L'AI spende ogni giorno circa 4 milioni di franchi di più di 
quanto incassa. In mancanza di misure correttive, nel corso dei 
prossimi dieci anni i debiti raddoppieranno e raggiungeranno i 25 
miliardi di franchi. L'indebitamento dell'AI mette in pericolo il 
versamento delle rendite AVS: occorre intervenire. Secondo Rudolf 
Stämpfli, presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori, il 
finanziamento aggiuntivo temporaneo dell'AI è una tappa necessaria 
del piano di risanamento che ne conta tre: la 4a e la 5a revisione 
dell'AI hanno contenuto la crescita del debito. L'aumento temporaneo 
dell'IVA eliminerebbe il deficit in attesa che le misure della 6a 
revisione dell'AI, basate sulle uscite, manifestino pienamente i loro
effetti. Il progetto prevede inoltre la creazione di un fondo AI 
autonomo, affinché in futuro questa assicurazione non pesi più sulle 
finanze dell'AVS. Stämpfli ha sottolineato che il finanziamento 
aggiuntivo dell'AI «ha soprattutto il compito di impedire il 
prosciugamento del fondo dell'AVS e di concedere il tempo necessario 
per permettere un risanamento durevole dell'AI. In altre parole, esso
è irrinunciabile».
Anche Gerold Bührer, presidente di economiesuisse, sostiene questo
progetto. Il concetto elaborato soddisfa le quattro condizioni 
dell'organizzazione mantello dell'economia. In primo luogo, esso è 
accettabile sul piano congiunturale dopo il rinvio della sua entrata 
in vigore al 1o gennaio 2011. Secondariamente, il risanamento viene 
concluso a medio termine con misure basate sulle uscite. La 6a 
revisione dell'AI è in preparazione; spetta al Consiglio federale e 
al Parlamento agire. In terzo luogo, l'aumento dell'IVA è temporaneo:
esso sarà soppresso il 1o gennaio 2018. Questo è importante per 
preservare l'attrattività fiscale della Svizzera. Infine, l'aumento 
temporaneo dei tassi dell'IVA regola definitivamente la questione di 
un aumento degli oneri salariali. E Gerold Bührer precisa che «se 
economiesuisse dice sì a questa misura necessaria, essa farà di tutto
affinché siano raggiunti gli obiettivi della riforma sul lato delle 
spese. La data stabilita per il ritorno all'aliquota normale dell'IVA
non è negoziabile.»
«Qualsiasi finanziamento aggiuntivo rappresenta una pillola 
difficile da inghiottire per le PMI», ha osservato Edi Engelberger, 
presidente dell'Unione svizzera delle arti e mestieri. «Il Parlamento
ha tuttavia fatto in modo che questa pillola sia meno amara 
possibile.» Engelberger sottolinea inoltre che «non esiste una 
soluzione alternativa più gradevole. In caso di rifiuto, vi sarebbero
soltanto dei perdenti.» I debiti dell'AI continuerebbero ad aumentare
e rappresenterebbero un fardello pesante per le generazioni future. 
Tra dieci anni al massimo, i beneficiari di rendite AVS potrebbero 
temere per le loro rendite. La 6a revisione dell'AI, una necessità, 
rischierebbe di ritrovarsi paralizzata o sarebbe interrotta. Inoltre,
in caso un rifiuto il 27 settembre prossimo, rientrerebbe in 
discussione un aumento dei contributi salariali. Un aumento in questo
senso nuocerebbe molto di più alla piazza industriale svizzera e ai 
posti di lavoro.
Secondo Dino Venezia, presidente del «Centre Patronal», non esiste
una soluzione migliore ad un aumento temporaneo dell'AI. Per riuscire
ad ottenere conti equilibrati, l'AI dovrebbe ridurre le rendite 
dell'ordine del 40%. La rendita mensile media passerebbe così da 1600
franchi a 960 franchi. «Una simile soluzione non è socialmente 
sopportabile e significherebbe soltanto un trasferimento degli oneri 
all'assistenza sociale.» Venezia sostiene fortemente la lotta contro 
gli abusi. Tuttavia, «è illusorio pensare che la lotta contro gli 
abusi permetta da sola di riassorbire il deficit dell'AI», ha 
dichiarato il presidente del Centre patronal: «Sono in gioco la 
sicurezza, l'affidabilità e la sostenibilità a lungo termine delle 
nostre assicurazioni sociali. Per questo motivo, anche nella Svizzera
romanda, le industrie e gli artigiani raccomandano di votare SÌ.»

Contatto:

Rudolf Stämpfli, presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori,
tel. 079 356 15 50
Gerold Bührer, presidente di economiesuisse, tel. 079 406 60 13
Edi Engelberger, presidente dell'Unione svizzera delle arti e
mestieri, tel. 079 340 46 76
Dino Venezia, presidente del Centre Patronal, tel. 021 320 57 57 e
079 212 57 28

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