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Media Service: Quando la magia nera tiene prigioniere le prostitute nigeriane

Bern (ots)

Migranti nigeriane convinte di essere vittime di un sortilegio e ridotte allo sfruttamento sessuale nelle città europee. Un fenomeno misterioso che preoccupa anche in Svizzera, dove gli operatori sociali seguono dei corsi per affrontarlo. "I trafficanti hanno trovato il modo di avere le ragazze per sempre. È una sorta di strategia di marketing". Gifty Amponsah descrive così lo stratagemma messo a punto da dei trafficanti di esseri umani per arruolare e far restare molte giovani nigeriane nella prostituzione. Questa migrante ganese, che vive a Bienne (canton Berna), ha incontrato personalmente delle vittime e si impegna per aiutarle con il supporto dell'Associazione svizzera contro la tratta degli esseri umani (ACT212Link esterno). Quest'ultima organizza dei corsi per sensibilizzare gli operatori sociali o i membri di organizzazioni a contatto con le prostitute su questo specifico problema difficile da comprendere nella società occidentale.

Stephan Fuchs, specialista dell'immigrazione nigeriana e fondatore di Trafficking.chLink esterno, spiega come delle donne, convinte di essere vittime di un sortilegio, restano intrappolate nelle reti della prostituzione nel cuore delle città europee. La paura di morire La maggior parte di queste giovani donne viene da una delle regioni più povere della Nigeria, lo Stato di Edo. La loro storia comincia spesso con l'incontro di una "madam", ovvero una lenona, oppure di un sedicente benefattore. Questi le adescano, ammaliandole con la promessa di un lavoro e di un futuro migliore in Europa. Prima di partire sulle rotte della migrazione, tuttavia, devono prestare giuramento e promettere di rimborsare il debito contratto per pagare il viaggio. Per asservire queste candidate all'esilio, i trafficanti ricorrono a un rituale di magia nera chiamato "juju", termine oggigiorno usato per indicare gli amuleti e i riti legati alle religioni animiste diffuse nell'Africa occidentale. Nel corso di una cerimonia, uno "stregone" preleva sangue, pezzi di unghia e peli pubici della giovane donna, mischiandoli poi con delle erbe. La pelle della ragazza viene poi incisa in più punti e il preparato applicato sulle ferite. Sotto il potere di uno spirito maligno, la vittima non ha altra scelta che sottomettersi. "La convinzione è così forte che queste donne sono persuase che se rompessero il giuramento diventerebbero pazze, si ammalerebbero o addirittura morirebbero", spiega Fuchs.

8 euro a cliente

Arrivate in Europa, queste giovani nigeriane sono costrette a prostituirsi fino a quando non sono in grado di rimborsare il debito. Fuchs parla di cifre che si aggirano attorno ai 70'000 franchi, una somma molto più grande di quella di un effettivo viaggio verso l'Europa. Trasferta per di più intrapresa con il rischio di perdere la vita, specialmente durante la traversata del Mediterraneo. Devono così accontentare un cliente dopo l'altro anche in condizioni miserabili, spesso minacciate e maltrattate dal loro sfruttatore. "Alla tariffa di 7 o 8 euro a cliente praticata in Italia, questo può durare per circa 6 anni. In Svizzera, dove si parla di 50 franchi a cliente, i tempi si accorciano un po'", stima Fuchs. In ogni caso la totalità del denaro la prende il protettore. Il caso di tratta di esseri umani è flagrante. Quando la vittima diventa carnefice Una volta che hanno rimborsato il denaro, la ragazza è libera dal "juju" e dai suoi sfruttatori. Senza risorse e senza prospettive, continua tuttavia spesso a prostituirsi o diventa a sua volta una "magnaccia" utilizzando lo stesso stratagemma, spiega Fuchs. "È un circolo vizioso difficile da spezzare. Bisognerebbe lanciare un segnale forte mettendo più trafficanti in prigione". La polizia e gli operatori sociali, tuttavia, fanno fatica ad intervenire. Di fronte a delle prostitute che restano mute, terrorizzate dalla possibilità di rappresaglie e dalla "cattiva sorte" che potrebbe abbattersi su di loro, è difficile ottenere le prove che un intervento è necessario. Per la stessa ragione, nessuna vittima ha accettato di parlare a swissinfo.ch per la stesura di questo articolo.

https://www.swissinfo.ch/ita/tratta-di-esseri-umani_quando-la-magia-nera-tiene-prigioniere-le-prostitute-nigeriane/43886576

Contatto:

Katy Romy
+41 31 350 97 82
Katy.Romy@swissinfo.ch

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