Comunicato stampa: «Le ipoteche a tasso fisso potrebbero aumentare di nuovo entro la fine dell’anno»
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Comunicato stampa
Previsioni di Comparis sui tassi ipotecari
«Le ipoteche a tasso fisso potrebbero aumentare di nuovo entro la fine dell’anno»
La Banca nazionale svizzera (BNS) ha proseguito il ciclo di tagli dei tassi di interesse deciso nella primavera del 2024 e a marzo ha diminuito il tasso guida, portandolo allo 0,25%. Di conseguenza le ipoteche Saron sono diventate più vantaggiose. Allo stesso tempo, dall’inizio dell’anno i tassi indicativi per le ipoteche a tasso fisso di dieci anni sono rimasti pressoché invariati. «Negli ultimi mesi ci sono state considerevoli fluttuazioni delle condizioni per le ipoteche a tasso fisso a causa della situazione di incertezza globale. Dopo il netto rialzo registrato a marzo, i tassi indicativi sono tornati a diminuire. Al contempo però i tassi indicativi per le ipoteche a tasso fisso a medio e lungo termine potrebbero aumentare di nuovo entro la fine dell’anno», afferma Dirk Renkert, esperto Comparis in finanze.
Zurigo, 12 giugno 2025 – Il tassi di riferimento (i cosiddetti tassi indicativi) per le ipoteche a tasso fisso di dieci anni pubblicati da oltre 30 istituti di credito sono attualmente dell’1,66% (stato al 10 giugno) e sono quindi aumentati solamente di 0,03 punti percentuali rispetto all’inizio dell’anno (1,63%). In questo periodo i costi di rifinanziamento delle banche, i cosiddetti swap, hanno subito solo leggere variazioni. Lo swap a 10 anni CHF si attesta ora allo 0,46% (stato al 10 giugno), praticamente invariato rispetto allo 0,45% di inizio anno. Anche il rendimento delle obbligazioni federali a 10 anni, il cosiddetto «tasso di interesse a pronti» della Banca nazionale svizzera (BNS), è aumentato leggermente di 0,03 punti percentuali, passando dallo 0,27% di inizio anno allo 0,30%. I tassi di inflazione in Svizzera hanno continuato a scendere in modo significativo: a maggio si è persino registrata una diminuzione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (−0,1%).
Attualità all’insegna dell’incertezza
Negli ultimi mesi è cresciuta l’incertezza a livello internazionale, in particolare a causa della politica doganale annunciata dagli Stati Uniti. A questa situazione si sono aggiunte tensioni in ambito di politica di sicurezza, che hanno spinto Paesi come la Germania ad aumentare in modo significativo le spese per gli armamenti nei prossimi anni. Oltre alle spese infrastrutturali pianificate, si prevede un significativo aumento del debito pubblico in questo paese. L’impennata improvvisa ha causato un forte rialzo a breve termine dei tassi del mercato dei capitali all’inizio di marzo, un effetto visibile anche in Svizzera. Nel frattempo, i tassi di interesse sono tornati a scendere, dato che le prospettive economiche nell’Eurozona e in Svizzera sono leggermente peggiorate. Negli Stati Uniti invece i tassi del mercato dei capitali sono tornati a salire dopo che l’agenzia di rating Moody’s ha declassato la solvibilità dei titoli di Stato statunitensi (Treasuries) a causa dell’aumento del debito pubblico. Questa mossa ha indebolito il dollaro rispetto al franco, contribuendo ad aumentare la pressione deflazionistica in Svizzera.
«È molto probabile che a giugno il tasso guida non scivolerà in territorio negativo»
Mentre l’inflazione nell’Eurozona e negli Stati Uniti si avvicina al valore obiettivo del 2% (maggio: 1,9%; aprile: 2,3%), in Svizzera a maggio ha toccato lo − 0,1%, scivolando così sotto il limite inferiore della fascia target (0%−2%). L’incertezza legata alla politica doganale annunciata e all’aumento del debito pubblico negli Stati Uniti ha determinato un forte apprezzamento del franco svizzero rispetto al dollaro. Di conseguenza le merci importate in Svizzera sono diventate più economiche , facendo scivolare l’inflazione in territorio negativo. La BNS ha già anticipato la possibilità di ricorrere nuovamente ai tassi di interesse negativi, per indebolire il franco e contrastare la deflazione.
«Un altro modo per indebolire il franco è l’acquisto di valute estere. Tuttavia, in passato il governo degli Stati Uniti ha accusato la BNS di manipolare il mercato valutario. Nella situazione attuale è quindi probabile che quest’ultima adotti un approccio prudente, per evitare tensioni diplomatiche inutili», afferma Dirk Renkert, esperto Comparis in finanze.
La prossima settimana la BNS deciderà in merito a possibili ulteriori interventi sui tassi d’interesse. «È poco probabile che la BNS introduca già a giugno tassi negativi. È più realistico attendersi che inizialmente abbassi il tasso guida allo 0%, valutando ulteriori passi in seguito. l ritorno a tassi negativi avrebbe infatti anche implicazioni socio-politiche, poiché altri gruppi di interesse , come le casse pensioni svizzere, ne verrebbero fortemente penalizzati. In passato, questi istituti hanno spesso dovuto farsi carico dei costi legati ai tassi negativi», conclude Renkert.
«I tassi indicativi per le ipoteche a tasso fisso in Svizzera potrebbero tornare a salire»
Negli ultimi mesi i tassi d’interesse per le ipoteche a tasso fisso hanno subito forti oscillazioni. «A marzo i tassi indicativi per le ipoteche a tasso fisso di 10 anni hanno superato la soglia del 2%, per poi scendere in modo marcato a causa del timore di una recessione. Gli attuali tassi indicativi riflettono già le attese di futuri tagli del tasso guida da parte della BNS, e, per questo motivo, è improbabile che calino ulteriormente», osserva Renkert.
«Per registrare un ulteriore calo significativo dei tassi indicativi l’economia svizzera dovrebbe entrare in recessione. Al momento, tuttavia, questo scenario appare poco probabile, anche se le previsioni indicano una crescita inferiore alla media. Oltre al timore di problemi legati alle catene di approvvigionamento dovuti alle politiche sui dazi, nel medio termine il nuovo indebitamento annunciato in Germania potrebbe avere un effetto stimolante sull’economia e spingere verso un aumento dei prezzi. Di conseguenza, i tassi del mercato dei capitali potrebbero tornare a salire, con effetti anche sulla situazione in Svizzera. In tal caso, potremmo assistere a un nuovo rialzo dei tassi indicativi per le ipoteche a tasso fisso nel nostro paese», conclude l’esperto finanziario.
Requisiti più severi di «Basilea III»: atteso un aumento dei costi di finanziamento
Con l’entrata in vigore del pacchetto di riforme «Basilea III» il 1º gennaio 2025, le banche commerciali sono tenute a rispettare nuovi requisiti nella concessione di crediti, al fine di mantenere la stabilità dei mercati finanziari. In particolare, è necessario depositare una maggiore quantità di capitale proprio per ogni ipoteca, e le banche sono tenute a valutare con maggiore rigore la solvibilità dei richiedenti. Inoltre, il capitale proprio deve essere maggiormente adeguato al profilo di rischio del singolo prestito ipotecario. L’obiettivo è rendere il sistema bancario più resistente in caso di crisi. «I requisiti più severi tendono a tradursi in costi di finanziamento più elevati, che le banche trasferiscono a chi sottoscrive l’ipoteca. Inoltre, dopo il crollo di Credit Suisse, la posizione di UBS le consente di ottenere più facilmente margini più elevati. Si prevede dunque un’ulteriore aumento dei prezzi delle ipoteche a tasso fisso», osserva Renkert.
Metodologia
I tassi indicativi delle previsioni sui tassi di Comparis/HypoPlus si basano sui tassi ufficiali di circa 30 istituti di credito.
Maggiori informazioni
Dirk Renkert esperto di finanze telefono: 044 360 53 91 e-mail: media@comparis.ch comparis.ch/hypoplus
Chi è comparis.ch
Con oltre 80 milioni di visite all’anno, comparis.ch è uno dei siti web svizzeri più utilizzati. L’azienda confronta tariffe e prestazioni di casse malati, assicurazioni, banche, gestori di telefonia e presenta la più grande offerta online di auto e immobili in Svizzera. Grazie ad ampi confronti e valutazioni esaustive, Comparis porta trasparenza sul mercato, rafforzando così il potere decisionale dei consumatori. La società è stata fondata nel 1996 dall’economista Richard Eisler ed è di proprietà privata. L’azienda appartiene ancora oggi principalmente al suo fondatore. Comparis non è partecipata né dallo Stato né da altre imprese.