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Office féd. de la statistique

La popolazione straniera in Svizzera
Forti differenze tra i vari gruppi di stranieri sul mercato del lav

Neuchâtel, (ots)

In base ai risultati della statistica delle
persone occupate (SPO) dell'Ufficio federale di statistica (UST),
alla fine di giugno del 2000 in Svizzera si contavano 966'000
stranieri occupati. Malgrado un aumento dell'1% rispetto al 1999,
oggi in Svizzera lavorano sempre meno stranieri che nel 1991. Tra i
lavoratori stranieri, le donne sono proporzionalmente meno numerose,
sono mediamente pi* giovani e lavorano pi* spesso a tempo pieno
rispetto agli svizzeri. Pi* che tra gli svizzeri e gli stranieri,
emergono forti differenze tra i vari gruppi di stranieri. Nel
complesso, infatti, i lavoratori stranieri provenienti dall'Europa
occidentale e settentrionale godono di una formazione migliore, di
una posizione professionale superiore e di un salario pi* alto degli
svizzeri e degli stranieri provenienti dall'Europa meridionale e da
Paesi extraeuropei. In generale, la popolazione straniera Ë esposta a
un maggior rischio di povert‡ di quella svizzera.
Tra breve gli occupati stranieri saranno nuovamente un
milione
In base ai risultati della statistica delle persone occupate (SPO)
dell'UST, alla fine di giugno del 2000 in Svizzera si contavano
966'000 straniere e stranieri occupati. La quota di stranieri sul
totale degli occupati Ë del 24,7%. Rispetto all'anno precedente
(956'000), il numero di lavoratori stranieri Ë aumentato dell'1%. Nel
1991, in Svizzera erano occupati ancora 1,061 milioni di stranieri.
Il lavoratore straniero tipo Ë un uomo di meno di 40 anni
occupato a tempo pieno
La struttura degli stranieri occupati si differenzia da
quella degli svizzeri sotto vari aspetti. La quota di donne,
ad esempio, tra i lavoratori stranieri (36,8%) Ë inferiore
che tra gli svizzeri (43,7%). In base alla SPO, di norma i
lavoratori stranieri sono anche pi* giovani: ha meno di 40
anni il 59,4% degli stranieri, contro il 48,9% degli
svizzeri. Inoltre, i lavoratori stranieri lavorano a tempo
parziale molto pi* raramente degli svizzeri (17,8% contro il
28,3%). Questa differenza Ë particolarmente marcata per le
donne: lavora infatti a tempo parziale il 37,8% delle
straniere, contro pi* della met‡ (52,8%) delle svizzere.
Negli alberghi e nei ristoranti un'ora di lavoro su due Ë
eseguita da manodopera straniera
Circa un quarto del volume di lavoro svolto in Svizzera Ë
assicurato da manodopera straniera. Questa quota varia
tuttavia sensibilmente a seconda del ramo economico:
l'agricoltura registra la quota di stranieri sul volume di
lavoro pi* bassa (6,8%), mentre i rami del settore
secondario si situano nettamente al di sopra della media.
All'interno del settore dei servizi emergono forti
differenze: negli alberghi e nei ristoranti, praticamente
un'ora su due Ë prestata da una persona di nazionalit‡
estera (45,2%). Quote di stranieri sopra la media si
registrano anche nei rami "economie domestiche private"
(34,0%), "altri servizi" (29,8%) e "sanit‡" (26,7%).
Viceversa, nell'istruzione (14,2%) e nella pubblica
amministrazione (10,6%) gli stranieri rappresentano solo una
piccola parte del volume di lavoro. (Queste  cifre sono
estratte dalla statistica del volume di lavoro (SVOL) e si
riferiscono al 1998; i risultati per il 1999 saranno
disponibili nel corso del mese di marzo).
Forte eterogeneit a livello di formazione e di gerarchia
professionale
Le differenze tra i vari gruppi di stranieri sono maggiori
di quelle tra svizzeri e stranieri. Come mostrano i
risultati della rilevazione delle forze di lavoro in
Svizzera (RIFOS) del 2000, i lavoratori provenienti
dall'Europa occidentale e settentrionale hanno completato
una formazione mediamente pi* elevata rispetto agli
stranieri provenienti dal sud dell'Unione europea o da Paesi
non aderenti all'Ue. La quota di persone che hanno
completato una formazione di grado terziario (universit‡ o
livello paragonabile) Ë del 24% tra gli occupati svizzeri,
quasi del 51% tra i lavoratori dell'Europa occidentale e
settentrionale, del 10% tra i lavoratori dell'Europa
meridionale e del 17% tra i lavoratori provenienti da Paesi
non aderenti all'Ue. (Queste cifre si limitano alla
popolazione residente permanente, esclusi i frontalieri, gli
stagionali, i richiedenti l'asilo e i dimoranti di breve
durata).
Queste differenze legate alla formazione si rispecchiano
anche nella posizione professionale: il 36% degli occupati
provenienti dalle regioni occidentali e settentrionali
dell'Ue lavora a livello di quadri dirigenti, contro il 30%
degli svizzeri, il 28% dei cittadini dell'Europa meridionale
e il 18% degli stranieri provenienti da Paesi non aderenti
all'Ue.
I cittadini dall'Europa occidentale e settentrionale
guadagnano pi* degli svizzeri
In media, gli stranieri (esclusi i frontalieri, gli
stagionali, i richiedenti l'asilo e i dimoranti di breve
durata) ogni mese guadagnano il 14% in meno dei dipendenti
di nazionalit‡ svizzera. Vista l'eterogeneit‡ a livello di
formazione e di posizione professionale dei vari gruppi di
stranieri, non stupisce che i lavoratori stranieri
provenienti dall'Europa occidentale e settentrionale (Ue)
guadagnino circa il 9% in pi* degli svizzeri, il 27% in pi*
dei lavoratori provenienti dall'Europa meridionale (Ue) e il
46% in pi* dei cittadini di Paesi non aderenti all'Ue.
Indipendentemente dal Paese d'origine, gli stranieri sono
tendenzialmente sottorappresentati nei rami con salari
mediani superiori (pubblica amministrazione, istruzione,
attivit‡ finanziarie e assicurazioni) e sovrarappresentati
nei rami con salari tendenzialmente bassi (alberghi e
ristoranti, sanit‡ e servizi sociali). Non si puÚ tuttavia
dedurne che i lavoratori stranieri siano direttamente
discriminati a livello salariale, dato che a tale scopo
bisogna tener conto di altre caratteristiche degli stranieri
e far ricorso anche ad altri strumenti d'analisi statistica.
Oltretutto, la tendenza descritta sopra non vale per tutti i
rami. Il salario mediano standardizzato nelle attivit‡
manifatturiere e nelle costruzioni - malgrado un'elevata
quota di stranieri e una forte quota di lavoratori
provenienti dall'Europa meridionale - Ë infatti leggermente
al di sopra della media svizzera, mentre i rami "commercio e
riparazioni" nonchÈ "altri servizi, economie domestiche
private" sono caratterizzati da bassi salari e un
a quota di stranieri nella media. Queste eccezioni possono
forse essere spiegate con il fatto che nelle attivit‡
manifatturiere e nelle costruzioni lavorano
proporzionalmente poche donne, mentre nel commercio e negli
altri servizi esse sono particolarmente numerose?
Non tutti i gruppi di stranieri sono ugualmente toccati
dalla povert‡
Nel 2* trimestre del 2000, il 12% degli stranieri disponeva
di un reddito d'equivalenza al di sotto della soglia di
povert‡ (la soglia di povert‡ Ë fissata in modo che
esattamente il 10% della popolazione totale sia considerato
povero). Per gli svizzeri, la percentuale corrispondente Ë
solo del 9%. Il reddito d'equivalenza pro capite tiene conto
del fatto che le persone che vivono in un'economia domestica
composta da due o tre persone non hanno bisogno di un
reddito doppio o triplo per raggiungere un livello di
benessere equivalente a quello di una per-sona che vive
sola. Anche qui emergono perÚ forti differenze a seconda
della nazionalit‡ degli stranieri: era infatti colpito dalla
povert‡ secondo questa definizione solo il 6% dei lavoratori
provenienti dalle regioni occidentali e settentrionali
dell'Ue, contro l'11% degli stranieri provenienti dal sud
dell'Ue e il 21% dei cittadini di Paesi non aderenti all'Ue.

Contatto:

Michel Kolly, UST, Sezione occupazione e mercato del lavoro,
tel. +41 32 713 64 76

Nuova pubblicazione:
La population Ètrangère en Suisse. Edition 2000, Ufficio
federale di statistica, Neuchâtel, 2000 (disponibile in
francese e in tedesco)

Per ulteriori informazioni si rimanda al sito Internet
dell'UST all'indirizzo: www.statistique.admin.ch

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