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Studio sui manager europei a cura della società di consulenza direzionale Mercuri-Urval
Medie imprese: cambiare è d'obbligo

Zollikon (ots)

A decretare il successo dei cambiamenti sono le competenze sociali
Il cambiamento come trampolino di lancio per la carriera

Oltre l'83 per cento di tutti i manager di medie imprese considerano il cambiamento una componente imprescindibile nel contesto competitivo. Questo è quanto emerso da uno studio rappresentativo condotto dalla società di consulenza direzionale Mercuri Urval su un campione di 800 dirigenti in Europa. Per il dott. Albert Nussbaum, presidente del Consiglio di amministrazione della Mercuri Urval AG in Svizzera, il quadro si presenta chiaro: «Le imprese di medie dimensioni sono il volano dell'economia, e affrontano i cambiamenti quotidianamente. La disponibilità al cambiamento è perfino parte integrante della cultura aziendale.»

I dirigenti sono a favore dei processi di cambiamento

Per la grande maggioranza dei manager intervistati, una giornata tipo in azienda priva di cambiamenti non è neppure immaginabile. Con il 60 per cento per il 2010 e il 55 per cento per il 2011, la maggioranza dei manager di medie aziende segnala processi di cambiamento in atto nella propria azienda. Sommando i due esercizi, la percentuale di manager interessati da processi di trasformazione interni sale perfino a quota 78 per cento. Tre quarti di tutti i dirigenti di medie aziende dichiarano di partecipare con entusiasmo allo sviluppo di un processo di cambiamento, e addirittura l'80 per cento di essi conferma che la disponibilità al cambiamento fa parte del codice di valori dell'azienda per cui lavorano. Gli esponenti del management, tuttavia, non ritengono che i processi di cambiamento siano automaticamente destinati al successo. Circa il 60 % degli intervistati è infatti dell'avviso che il cambiamento deve essere appreso e sperimentato all'interno dell'organizzazione. Ciononostante, nelle medie imprese europee lo scetticismo in merito al cambiamento è poco radicato: soltanto il 4 per cento dei manager, infatti, ritiene che un imminente processo di trasformazione costituisca una ragione per abbandonare la propria azienda.

Il cambiamento è spesso riconducibile a fattori economici

Per una netta maggioranza, pari al 73,4 per cento dei manager di medie imprese, l'esigenza di abbattere i costi e incrementare l'efficienza sono i motivi principali per avviare processi di trasformazione. Per quasi il 40 per cento delle aziende, però, questi ultimi mirano anche ad obiettivi di ordine più generale, come p.es. il cambiamento della cultura imprenditoriale. I manager esprimono invece critiche quando si tratta di valutare il successo dei processi di cambiamento. Dalla media su scala europea risulta infatti che gli obiettivi prefissati vengono raggiunti in appena il 60 per cento dei casi, una situazione che comunque offre un ampio margine di intervento per opportunità di miglioramento.

A decretare il successo sono le competenze sociali

I manager di imprese di medie dimensioni in Europa ritengono che il fabbisogno di miglioramento maggiore vada individuato sul fronte delle competenze sociali all'interno dell'azienda. Doti comunicative, capacità di gestire situazioni conflittuali e motivazione sono in cima all'elenco delle caratteristiche richieste. Per quanto concerne le doti principali di un manager nell'ambito di un processo di cambiamento, i giudizi dei dirigenti intervistati si presentano notevolmente differenziati a seconda della posizione gerarchica che occupano in azienda. Il management di primo livello, responsabile dell'implementazione operativa dei cambiamenti, pone l'accento sulle caratteristiche che risultano necessarie in situazioni di conflitto.

Nell'ambito di questa autovalutazione, i quadri svizzeri, dal canto loro, menzionano innanzitutto flessibilità e capacità comunicative tra i fattori chiave.

Il cambiamento come trampolino di lancio per la carriera

Una maggioranza del 58 per cento dei manager di medie imprese ritiene che i processi di cambiamento rappresentino una buona opportunità per i collaboratori di assumere gradualmente compiti nuovi e più impegnativi. In Svizzera sostiene tale tesi ben il 64 per cento dei partecipanti allo studio. Per il dott. Albert Nussbaum, si tratta di uno dei principali vantaggi nell'ambito della competizione per assicurarsi collaboratori di talento. «Nelle medie imprese i cambiamenti sono sempre all'ordine del giorno, e questo è anche il motivo per cui tali aziende offrono molte più possibilità di avanzamento. I cambiamenti si rivelano un trampolino di lancio per la carriera», sostiene il presidente del Consiglio di amministrazione di Mercuri Urval.

Con oltre 700 collaboratori e 80 sedi in 25 paesi, Mercuri Urval figura tra le aziende di consulenza leader nel settore delle risorse umane. La gamma delle prestazioni include: ricerca e selezione di collaboratori specializzati e quadri, executive services, individuazione e sviluppo del potenziale dei collaboratori, talent management, coaching e impostazione di processi di cambiamento strategici. In Svizzera, la società di consulenza indipendente e a conduzione propria fondata in Svezia nel 1967 conta un organico di oltre 80 collaboratori operanti in 4 sedi regionali. La sede centrale svizzera è Zollikon.

Ulteriori informazioni su tale studio sono disponibili al seguente sito Internet:

www.mercuriurval.ch

Contatto:

Renate Kalberer
Tel.: +41/61/367'67'67
E-Mail: Renate.Kalberer@mercuriurval.com

Matthias Fankhauser
Tel.: +41/44/396'11'11
E-Mail: Matthias.Fankhauser@mercuriurval.com

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