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Discours Suisse - L'integrazione dei bambini disabili nella scuole elementari romande

Geneva (ats/ots) -

Nel corso degli ultimi anni l'integrazione dei
bambini disabili nelle scuole elementari romande ha assunto
un'importanza sempre maggiore. La formazione, finora offerta nelle
scuole speciali pubbliche e private, è stata infatti completata a
livello di legge con la possibilità di impartire un'istruzione
speciale pure nell'ambito delle scuole ordinarie.
Sembrano ormai lontani gli anni in cui famiglie di immigrati
italiani tornavano in patria perché desideravano che i loro figli
disabili frequentassero la scuola con tutti gli altri compagni della
loro età. "Magari non riceverà tutte le particolari attenzioni che
avrebbe ricevuto nella scuola svizzera: l" avrebbe frequentato una
scuola molto speciale, ma in compagnia di persone come lui, con il
suo deficit. E questo non lo vogliamo...". Cos" si esprimeva una
mamma negli anni '70, quando l'Italia era considerata all'avanguardia
nell'accettazione dei bambini handicappati in ambito scolastico.
Da allora, nonostante l'assenza di una politica comune in materia,
i cantoni romandi hanno moltiplicato le esperimenti e i progetti
volti a favorire l'integrazione di bambini disabili. Dettati dalle
realtà locali, gli strumenti sviluppati hanno quale denominatore
comune il rispetto dell'identità altrui.
Dalla "tardiva" integrazione di Ginevra a quella "avanguardistica"
del Vallese
Benché tutti si dicano persuasi della necessità di integrare gli
handicappati fin dalle elementari, le opinioni divergono quanto
all'importanza da accordare alla scolarizzazione degli allievi
disabili. Ginevra ha appena adottato una legge sull'integrazione dei
bambini e dei giovani disabili o che necessitano di bisogni educativi
particolari, con l'obiettivo di  favorire la loro scolarizzazione
nelle scuole ordinarie. Tuttavia, sino a pochi anni fa, il cantone di
frontiera - come la maggioranza dei cantoni romandi - preferiva
collocare il bambino portatore di handicap in un luogo specializzato
e la sua integrazione avveniva soltanto se il ragazzo dimostrava un
certo numero di capacità. E questo modello di "esclusione" si
accentuava ancora col passare degli anni: il numero di bambini
disabili diminuiva considerevolmente con l'accesso alla scuola media.
In questo senso il Vallese è stato un precursore in materia:
grazie al progetto di Martigny, da svariati anni sforzi notevoli sono
compiuti a favore dell'integrazione degli allievi handicappati. Il
comune vallesano rifiuta infatti l'esclusione. Favoriti dal dinamismo
delle associazioni dei genitori, i bambini disabili sono tutti
integrati senza eccezione nel cursus normale. Già dal 1991
l'integrazione scolastica degli allievi handicappati è iscritta in
una legge cantonale. Misure speciali di sostegno educativo e
pedagogigo-terapeutico sono prese unicamente in casi di problemi
specifici per permettere ai bambini di compensare il loro handicap.
Se per alcuni allievi, gli obiettivi scolastici si avvicinano a
quelli definiti nei programmi ufficiali (francese, matematica,
scrittura, espressione...), per altri gli obiettivi resteranno più
generali (percezione visiva e uditiva, tempo, spazio, linguaggio,
motricità).
Giura e Friburgo, modelli di "integrazione parziale o totale"
Nel canton Giura, stando ai dati forniti dalla Sezione
integrazione del Servizio dell'insegnamento, dodici bambini disabili
sono attualmente accolti, totalmente o parzialmente, nelle scuole
dell'infanzia ed elementare (dai quattro agli otto anni). Si tratta
di allievi con un handicap fisico (miopatia, emiplegia, tetraplegia)
o mentale (trisomia, diverse sindromi di ritardo nello sviluppo
mentale). L'istituzione cantonale giurassiana di pedagogia
specializzata collabora strettamente con il Servizio della scuola
elementare allo scopo di facilitare la frequentazione delle attività
scolastiche ordinarie agli allievi portatori di handicap.
L'integrazione dei bambini disabili prosegue poi nel secondo e terzo
anno del ciclo pimario (dagli otto ai dodici anni): gli allievi con
problemi fisici seguono sempre più spesso lezioni a tempo pieno;
quelli con ritardi mentali hanno invece un orario parzialmente
ridotto.
La situazione giurassiana è simile a quella di Friburgo, dove il
principio dell'integrazione degli allievi disabili è presente nella
legislazone cantonale da ormai 15 anni. Anche qui, il regolamento
scolastico precisa che l'inserzione dei bambini portatori di handicap
nelle classi ordinarie "può essere parziale o totale". Il numero di
allievi "integrati" è cos" passato dagli 11 del 1999 ai 195 nel 2008,
sottolinea la responsabile del Servizio dell'insegnamento
specializzato, Fouzia Rossier. Con la recente entrata in vigore della
Riforma sulla perequazione finanziaria e della ripartizione dei
compiti tra la Confederazione e i cantoni (RPT), la scolarizzazione
di bambini disabili ha preso un nuovo slancio, rileva Rossier,
precisando che a Friburgo è stato creato un gruppo di lavoro
comprendente genitori, docenti ordinari, insegnanti specializzati,
ambienti professionali, sindacali e politici. L'obiettivo è la
realizzazione di un nuovo concetto cantonale sull'integrazione
scolastica nel 2011.
Trasferimento degli oneri dalla Confederazione ai cantoni
A livello federale, secondo la Legge del 13 dicembre 2002 sulla
parità per gli handicappati (Lhand) sono i cantoni che incoraggiano
l'integrazione dei bambini e degli adolescenti disabili nella scuola
regolare. Dal gennaio 2008, con l'entrata in vigore della RPT, questi
ultimi garantiscono il finanziamento necessario alla scolarizzazione
degli alunni portatori di handicap. Il che comporta talvolta problemi
di competenze e in tempi di "vacche magre" le posizioni possono anche
irrigidirsi. Recentemente, in occasione della presentazione del
preventivo 2009, la questione del trasferimento di oneri dal cantone
ai comuni ha suscitato una polemica a Neuchâtel: in causa la
decisione del consiglio di Stato di mettere a carico dei comuni circa
15 milioni di franchi supplementari nel 2009. Secondo il ministro
delle finanze Jean Studer, le entità locali dovrebbero contribuire
maggiormente allo stipendio degli insegnanti, alle spese relative
all'asilo e all'assistenza sociale, nonché alla scolarizzazione dei
bambini disabili.
Se tutti i cantoni romandi pongono l'accento, con modalità
pratiche variabili, sui vantaggi che la scolarizzazione normale ha
per l'apprendimento e lo sviluppo del bambino portatore di handicap,
non si possono quindi negare difficoltà contingenti legate allo stato
delle finanze pubbliche e all'offerta formativa.  Il fatto nuovo è
che i disabili ora intervengono nel dibattito politico e si difendono
- organizzati in associazioni - dalle diverse forme di
discriminazione. Negli ultimi 30 anni non sono mancati gli esempi in
cui tali associazioni sono riuscite a convincere le autorità
politiche a compiere gesti concreti in favore dell'integrazione dei
bambini con handicap fisici o mentali.

Contatto:

Discours Suisse
c/o FORUM HELVETICUM
Case postale
5600 Lenzbourg 1
Tel.: +41/62/888'01'25
Fax: +41/62/888'01'01
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