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Accordi bilaterali I fra la Svizzera e l'UE: primo bilancio a un anno dall'entrata in vigore

Berna (ots)

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi martedì,
il consigliere federale Joseph Deiss, capo del DFE, e la consigliera 
federale Calmy-Rey, capo del DFAE, hanno presentato un primo 
bilancio dell'applicazione degli Accordi bilaterali I in vigore dal 
1° giugno 2002. Le aspettative dell'economia non sono state deluse, 
ha affermato il consigliere federale Deiss, mentre la consigliera 
federale Calmy-Rey ha ribadito la convinzione che l'allargamento 
dell'Unione europea a dieci nuovi Stati comporterà nuovi importanti 
vantaggi economici.
Sulla base del materiale statistico disponibile, dei risultati della 
consultazione presso le autorità interessate nonché di un sondaggio 
condotto dall'Ufficio dell'integrazione DFAE/DFE presso 
associazioni, organizzazioni e imprese, è stato possibile presentare 
i primi risultati dei Bilaterali I. Per una valutazione esaustiva 
degli Accordi bilaterali, tuttavia, i dati statistici disponibili 
non sono ancora sufficienti.
Secondo le affermazioni di Deiss, le "ondate migratorie" e le 
"valanghe di mezzi pesanti" temute dagli oppositori non ci sono 
state. I contingenti che regolano i flussi migratori sono stati 
utilizzati secondo le previsioni. Il traffico di mezzi pesanti in 
transito attraverso le Alpi è sensibilmente diminuito. L'economia 
sostiene incondizionatamente i Bilaterali I.
L'entrata in vigore degli Accordi ha inoltre dato un importante 
impulso alla riforma nei settori interessati. È tuttavia insito 
nella natura degli accordi di apertura dei mercati che i vantaggi si 
manifestino solo in un secondo momento, mentre immediatamente 
percettibili siano gli oneri connessi agli adattamenti necessari.
"Indispensabili e inevitabili"
Così sono stati definiti gli Accordi bilaterali dall'organizzazione 
mantello economiesuisse nel quadro di un sondaggio dell'Ufficio 
dell'integrazione. Il sondaggio ha evidenziato come quasi tutti i 
rami economici, ma anche i Cantoni, considerino l'Accordo sulla 
libera circolazione delle persone quello di maggiore rilievo.
Fra i risultati più importanti vi sono le prime esperienze raccolte 
nell'ambito della libera circolazione delle persone le quali 
consentono di tracciare un bilancio positivo. L'applicazione 
dell'Accordo non ha causato problemi degni di nota. Nel corso del 
primo anno numerosissime sono state le domande per un permesso di 
dimorante permanente (contingente annuo: 15'000) al punto che dopo 
10 mesi il contingente era esaurito. Ciò è riconducibile soprattutto 
a fenomeni di natura transitoria: numerosi, ad esempio, sono stati i 
frontalieri provenienti dalla Germania che hanno trasferito la 
propria residenza in Svizzera. A ciò si è aggiunto il marcato 
bisogno delle piccole e medie imprese (PMI) di reclutare manodopera 
poiché, in passato, esse non avevano praticamente alcuna possibilità 
di impiegare dimoranti annuali.
Per quanto riguarda i dimoranti temporanei, invece, solo la metà 
circa dei 115'500 permessi sono stati utilizzati. Consistente è 
stata la domanda dei Cantoni turistici Vallese e Grigioni che, 
insieme, ospitano un quarto dei dimoranti temporanei provenienti 
dall'Unione europea.
Riduzione del traffico di transito alpino
Per quanto riguarda l'Accordo che disciplina i trasporti terrestri, 
primi effetti positivi sono rilevabili sul traffico di transito 
alpino. Nel 2002 il numero dei veicoli merci pesanti che hanno 
percorso i quattro assi di transito è diminuito del 9%. Oltre ad 
essere la conseguenza di altri fattori rilevanti (introduzione per 
ragioni di sicurezza di un sistema di regolamentazione del traffico 
al Gottardo e al San Bernardino) il calo in questione è 
riconducibile anche all'applicazione dell'Accordo sui trasporti 
terrestri.
La riduzione del traffico pesante si è avuta nonostante la quantità 
di merce trasportata attraverso le Alpi sia aumentata del 2%. Meno 
veicoli pesanti per un maggior volume di merce in transito: questo 
progresso, sia economico sia ecologico, è stato favorito 
dall'innalzamento generale del limite di peso dei veicoli a 34 
tonnellate, dall'autorizzazione dei contingenti dei veicoli di 40 
tonnellate e dall'introduzione della TTPCP, la quale incita a 
evitare transiti a vuoto.
L'Associazione svizzera dei trasportatori stradali sottolinea 
tuttavia un aspetto negativo, ovvero l'aumento dei costi dei 
trasporti su strada a seguito dell'introduzione della TTPCP. 
L'innalzamento del limite di peso a 34 tonnellate è invece 
considerato un progresso, nella misura in cui esso permette un 
miglioramento della produttività. La TTPCP ha fruttato allo Stato un 
importo lordo di 82 milioni di franchi, dei quali due terzi sono 
impiegati per finanziare il potenziamento dell'infrastruttura 
ferroviaria (in particolare la NEAT). Quasi un quarto di questa 
cifra, ovvero 204 milioni di franchi, sono stati versati da 
spedizionieri esteri.
Cresce l'importanza dei Bilaterali I
La consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha collocato gli Accordi 
bilaterali I nel contesto della politica europea, sottolineando come 
la scelta della via bilaterale sia stata la conseguenza diretta del 
no al SEE pronunciato dal popolo nel 1992. Dopo il rifiuto della 
Svizzera di aderire al mercato unico comunitario, l'accesso delle 
imprese svizzere al mercato ha dovuto essere migliorato attraverso 
singoli accordi settoriali.
Calmy-Rey ha poi sottolineato l'importanza dell'imminente 
allargamento dell'UE poiché con l'estensione degli accordi 
bilaterali ai nuovi Stati membri dell'Unione europea, il peso di 
tali accordi è destinato ad aumentare. In effetti, si tratta di 
paesi i cui mercati sono in piena crescita.
L'estensione degli accordi bilaterali è automatica in sei casi. Solo 
per l'Accordo sulla libera circolazione delle persone occorrerà 
negoziare i necessari adeguamenti. La decisione di estensione di 
tale accordo sottostà a referendum facoltativo.
Calmy-Rey ha ribadito l'importanza di questa votazione poiché nel 
caso in cui l'Accordo sulla libera circolazione delle persone 
naufragasse, la Svizzera dovrebbe fare i conti con la disdetta 
dell'Accordo da parte dell'UE. Per effetto della "clausola 
ghigliottina" decadrebbero contemporaneamente anche gli altri sei 
accordi. De facto, quindi, un referendum sulla libera circolazione 
delle persone equivarrebbe ad un secondo referendum sui Bilaterali 
I.
Berna, 27 maggio 2003
Ufficio dell'integrazione DFAE/DFE
Informazione
http://www.europa.admin.ch
Informazioni: 
Adrian Sollberger, Ufficio dell'integrazione DFAE/DFE
tel. 031 322 22 22; cellulare 079 301 62 84,  europa@seco.admin.ch

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