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Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera del 2000

Neuchâtel (ots)

Non tutti beneficiano della situazione favorevole sul mercato del
lavoro!
Secondo gli ultimi risultati della rilevazione
sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) realizzata dall'Ufficio
federale di statistica (UST), nel secondo trimestre 2000 in Svizzera
si contavano 3,879 milioni di occupati, ovvero lo 0,4 per cento in
più rispetto all'anno precedente. L'aumento dell'occupazione su base
annua è da attribuire principalmente all'incremento del numero di
uomini occupati (+0,7%), mentre il numero di donne occupate è rimasto
più o meno stabile (+0,1%). L'inoccupazione è scesa dal 3,1 al 2,7
per cento. Molti segnali fanno pensare ad una penuria di manodopera
in alcuni settori. Tuttavia, per le persone senza formazione
postobbligatoria il rischio di restare senza lavoro resta sempre
elevato sul 4,8 per cento; la percentuale di occupati a tempo
parziale che vorrebbero lavorare a tempo pieno è scesa soltanto
dall'11 al 10,9 per cento. Infine, molte persone in là con gli anni
continuano ad avere prospettive poco rosee: infatti, in questo gruppo
il numero di inoccupati è aumentato dal 2,6 al 2,8 per cento.
Rallenta l'aumento dell'occupazione
Nel secondo trimestre 2000, stando agli ultimi risultati della
rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS), si contavano
3,879 milioni di occupati (esclusi i frontalieri, gli stagionali, i
dimoranti temporanei e i richiedenti l'asilo). Rispetto al secondo
trimestre del 1999, il numero degli occupati è aumentato dello 0,4
per cento o di 17'000 persone, mentre nel 1999 il tasso di crescita
era risultato ancora dello 0,8 per cento e nel 1998 addirittura
dell'1,8 per cento. Di questo aumento dell'impiego hanno beneficiato
in ugual misura gli svizzeri e gli stranieri residenti (+0,4%
ciascuno).
Aumentano le donne occupate a tempo pieno; tra gli uomini cresce
la tendenza al lavoro a tempo parziale
Nel secondo trimestre del 2000, in Svizzera risultavano occupati
2,172 milioni di uomini e 1,707 milioni di donne. Queste ultime
costituivano il 44 per cento del totale di occupati. La progressione
dell'occupazione registrata su base annua è dovuta soprattutto
all'incremento del numero di uomini occupati (+21'000 uomini, +0,7%),
mentre il numero di donne occupate è rimasto quasi invariato (+2000,
+0,1%). Malgrado questo andamento, l'importanza della presenza
femminile sul mercato del lavoro non è diminuita, infatti, per la
prima volta dall'introduzione della RIFOS nel 1991 è diminuito il
numero delle donne occupate a tempo parziale (-1,9%) ed è aumentato
quello delle donne che svolgono un'attività a tempo pieno (+2,6%).
Tra gli uomini si è invece osservata l'evoluzione inversa: infatti,
il numero di occupati a tempo pieno è sceso dello 0,3 per cento,
quello degli occupati a tempo parziale è aumentato del 10,3 per
cento. Mentre la metà delle donne (54%) svolgeva un'attività a tempo
parziale, tra gli uomini tale proporzione era solo del 10 per cento.
Lavoro a tempo parziale: uomini e donne non svolgono le stesse
attività
La ripartizione nei vari gruppi professionali delle donne e degli
uomini occupati a tempo parziale è molto varia. Gli uomini occupati a
tempo parziale si situano principalmente nel gruppo delle professioni
accademiche senza funzioni dirigenti (15%), mentre le donne che
lavorano part-time figurano in prevalenza tra i lavoratori non
qualificati (79%). Apparentemente, le funzioni dirigenti sono
difficilmente conciliabili col lavoro a tempo parziale. Infatti, la
quota di donne e uomini con funzioni dirigenti essendo occupati a
tempo parziale è nettamente inferiore alla media: essa è del 29 per
cento per le donne (totale a tempo parziale: 57%) e del 2,3 per cento
per gli uomini (totale a tempo parziale: 6,9%). Queste analisi
tengono conto soltanto degli occupati dai 25 ai 54 anni, escludendo
pertanto gli allievi e studenti con attività accessorie e le persone
andate in pensione anticipatamente che svolgono qualche lavoretto a
tempo parziale.
Il mercato del lavoro svizzero è veramente a corto di manodopera?
Se tra il secondo trimestre del 1999 e il secondo trimestre del
2000 il numero di occupati è aumentato soltanto dello 0,4 per cento,
mentre nel 1999 era progredito dello 0,8 per cento e addirittura
dell'1,8 per cento nel 1998, è probabilmente perché il mercato
svizzero non disponeva della manodopera necessaria. Questa ipotesi è
confermata dai risultati della statistica dell'impiego (STATIMP)
dell'UST, secondo la quale nel secondo trimestre del 2000 il 36 per
cento delle aziende lamentavano una penuria di personale qualificato
(2° trimestre 1999: 27%).
Stando alla RIFOS, nel secondo trimestre del 2000 si registravano
ancora 106'500 persone inoccupate, per cui non si può certo ancora
parlare di mancanza generale di manodopera (quota di inoccupati:
2,7%). Tuttavia, anche i risultati della RIFOS rilevano nuovamente
una situazione difficile in alcuni rami. Nel secondo trimestre 2000,
il rischio di restare inoccupati era dell'1,4 per cento per i
titolari di un diploma universitario o di una formazione equivalente
(grado terziario), del 2,3 per cento per le persone con un
apprendistato o una formazione equivalente e del 4,8 per cento,
nonostante la buona situazione congiunturale, per le persone senza
formazione postobbligatoria.
Anche dall'analisi per regioni emerge una differenza più o meno
marcata nella penuria di manodopera: nel secondo trimestre 2000 il
tasso di inoccupati era del 3,4 per cento nella Svizzera latina
(Romandia e Ticino) e solo del 2,4 per cento nella Svizzera tedesca.
Nonostante la ripresa sul mercato del lavoro il sottoimpiego non
tende a diminuire
Non si può ancora parlare di penuria generalizzata di manodopera
anche perché il 10,9 per cento delle persone occupate a tempo
parziale (124'000 persone) vorrebbe lavorare a tempo pieno. Rispetto
al 1999 tale quota non è praticamente diminuita (1999: 11%). Anche in
questo caso emergono però differenze legate al grado di formazione:
mentre nel secondo trimestre 1999 l'11,1 per cento degli occupati a
tempo parziale con formazione di grado terziario dichiarava di voler
lavorare a tempo pieno, nello stesso periodo del 2000 tale
proporzione è scesa al 10,7 per cento. Tra i titolari di una
formazione di grado secondario superiore la rispettiva proporzione è
scesa dal 9,7 al 9,2 per cento, mentre tra le persone senza
formazione postobbligatoria è aumentata dal 13,7 al 14,7 per cento.
Non migliora la situazione degli occupati più anziani
Nel giro di dodici mesi la situazione degli occupati più anziani
nel mondo del lavoro non è migliorata: infatti, mentre
l'inoccupazione è scesa praticamente in tutti gli altri gruppi di
popolazione, il rischio di restare senza lavoro è aumentato dal 2,6
al 2,8 per cento per le persone dai 55 ai 61/64 anni. E' interessante
notare che in questa classe d'età l'evoluzione varia secondo il
sesso. Tra le donne dai 55 ai 61 anni il tasso di inoccupazione è
sceso dal 2,8 al 2,5 per cento, mentre tra gli uomini dai 55 ai 64
anni è aumentato dal 2,5 al 3 per cento. La problematica
dell'integrazione nel mercato del lavoro di persone più anziane e
meno formate resta quindi un problema più che mai attuale, nonostante
la buona situazione congiunturale.
Chi sono gli inoccupati di lunga durata?
Grazie al miglioramento generale della situazione sul mercato del
lavoro, sia il numero assoluto che la quota relativa di inoccupati di
lunga durata sono diminuiti. Nel secondo trimestre, soltanto 31'000
persone (29%) erano senza lavoro e alla ricerca di un'occupazione da
più di un anno; nel 1999 se ne contavano ancora 48'000. Va notato che
tra gli inoccupati di lunga durata si annoverano soprattutto
stranieri e persone con una scarsa formazione. Mentre la quota di
stranieri tra gli occupati è risultata complessivamente del 21 per
cento, tra gli inoccupati di lunga durata è del 54 per cento. La
quota di persone senza formazione postobbligatoria è del 22 per cento
tra gli occupati e del 38 per cento tra gli inoccupati di lunga
durata. Anche la proporzione di persone più anziane è estremamente
elevata tra gli inoccupati di lunga durata: le persone dai 55 ai
61/64 costituiscono infatti il 12 per cento di tutti gli occupati e
il 19 per cento di tutti gli inoccupati di lunga durata.
Informazioni metodologiche
La rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) è la
principale rilevazione che l'UST effettua presso le economie
domestiche per descrivere la situazione sul mercato del lavoro. Essa
è eseguita dal 1991 a intervalli annuali e fornisce i principali
indicatori per il monitoraggio regolare del mercato del lavoro. Per
garantire la comparabilità dei risultati a livello internazionale,
L'UST, nell'impostazione del questionario della RIFOS, si è attenuto
alle raccomandazioni dell'Ufficio internazionale del lavoro e alle
norme di EUROSTAT sull'esecuzione delle rilevazioni relative alle
forze di lavoro.
La RIFOS è eseguita nel secondo trimestre di ogni anno da un
istituto privato di ricerca di mercato su mandato dell'Ufficio
federale di statistica. La rilevazione si basa su un campione di
16'000 economie domestiche. Per ognuna di esse viene estratta a sorte
una persona che deve sostenere un'intervista di una ventina di minuti
relativa alla sua condizione professionale e la sua partecipazione
alla vita lavorativa. Oltre alle caratteristiche legate al mercato
del lavoro viene rilevata anche una serie di dati sociodemografici
sulla persona e su altri membri dell'economia domestica. Le persone
scelte vengono intervistate sull'arco di 5 anni (panel a rotazione),
ciò che consente di analizzare anche gli aspetti dinamici del mercato
del lavoro. La partecipazione alla RIFOS è facoltativa. Le quote di
risposta si aggirano attorno al 70 per cento, un risultato
particolarmente soddisfacente se paragonato ad altre rilevazioni.
Essendo la RIFOS una rilevazione campionaria, i risultati ottenuti
sono sempre soggetti a una certa imprecisione e vanno pertanto
ponderati e generalizzati. In questa rilevazione, l'universo
statistico e, di conseguenza, la base di estrapolazione, sono
costituiti dalla popolazione residente permanente della Svizzera in
età di 15 anni e più. Gli stagionali, i frontalieri, i dimoranti
temporanei e i richiedenti l'asilo non sono presi in considerazione.
Definizioni
Occupati Per la RIFOS sono occupate tutte le persone in età di 15
anni e più, che nella settimana di riferimento - hanno svolto
un'attività remunerata oppure - restano ufficialmente al servizio del
datore di lavoro, pur essendo temporaneamente assenti dal posto di
lavoro (assenza per malattia, vacanze, maternità, servizio militare,
ecc.) oppure - collaborano presso l'azienda di famiglia senza
percepire alcuna retribuzione.
Inoccupati Per inoccupati s'intendono le persone in età di 15 anni
e più che non sono occupate durante la settimana di riferimento,
hanno cercato attivamente un posto di lavoro durante le quattro
settimane precedenti e potrebbero cominciare a lavorare durante le
quattro settimane seguenti.

Contatto:

Michel Kolly, UST, Sezione occupazione e mercato del lavoro, tel. +41
32 713 64 76. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito Internet
dell'UST all'indirizzo: http://www.statistique.admin.ch.

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