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Conto globale della sicurezza sociale 2000/2001 Spese sociali 2001: crescita più sostenuta

(ots)

13 Protection sociale Soziale Sicherheit Sicurezza sociale Neuchâtel, 13 giugno 2003 N. 0352-0305-70

Conto globale della sicurezza sociale 2000/2001
Spese sociali 2001: crescita più sostenuta
Secondo il nuovo conto globale della sicurezza sociale dell’Ufficio 
federale di statistica (UST), le spese complessive per la sicurezza 
sociale nel 2001 ammontavano a 120 miliardi di franchi. Rispetto 
all’anno precedente si ha dunque un aumento di 6,8 miliardi di 
franchi o del 6 per cento. Dopo un periodo caratterizzato da un 
rallentamento della crescita, le spese per la sicurezza sociale 
hanno segnato una ripresa leggermente più sostenuta. Oltre il 45 per 
cento delle prestazioni sociali sono destinate alla previdenza per 
la vecchiaia. Fra il 1990 e il 2001 la quota delle spese sociali è 
aumentata dal 20 al 28 per cento ed attualmente rientra nella media 
degli Stati dell’Unione europea.
Fra il 2000 e il 2001 le spese per la sicurezza sociale sono salite 
complessivamente da 113 a 120 miliardi di franchi, il che 
corrisponde ad un aumento del 6,0 per cento (1990-2000: 3,4%). Nel 
contempo si è assistito anche ad un aumento delle entrate, passate 
da 135 a 141 miliardi di franchi (+4,4%). La quota delle spese 
sociali, corrispondente alla parte di spese sociali rispetto al 
prodotto interno lordo (PIL), ammontava al 27,4 per cento nel 2000 
ed al 28,4 per cento nel 2001. L’aumento più ingente delle spese è 
dovuto essenzialmente ai versamenti delle rendite ed ai sussidi agli 
ospedali.
Calo delle prestazioni legate al bisogno, aumento dei sussidi
Il sistema svizzero della sicurezza sociale riposa essenzialmente 
sulle assicurazioni sociali. Circa l’85 per cento delle spese è 
assorbito dalle sette grandi assicurazioni sociali. La quota 
maggiore è destinata alla previdenza professionale che assorbe il 
30,1 per cento delle spese complessive. Questa quota è del 24,1 per 
cento per l’AVS, del 12,7 per cento per l’assicurazione malattie di 
base, del 7,7 per cento per l’AI, del 4,3 per cento per 
l’assicurazione infortuni obbligatoria e del 3,6 per cento per gli 
assegni familiari. Nel 2001, le spese dell’assicurazione contro la 
disoccupazione hanno subito una forte diminuzione e la loro quota ha 
perso 0,4 punti percentuali, attestandosi al 2,4 per cento delle 
spese complessive. Un calo dal 6,3 al 5,5 per cento è stato 
registrato anche per la quota delle prestazioni sociali legate al 
bisogno (prestazioni complementari, aiuto sociale, aiuto ai 
rifugiati, altre prestazioni legate al bisogno). Per contro, la 
quota dei sussidi di cui ha beneficiato essenzialmente il sistema 
sanitario (ospedali) è aumentata di 0,6 punti percentuali 
raggiungendo così il 5,5 per cento.
Le rendite costituiscono la forma principale di prestazioni
La maggior parte delle prestazioni della sicurezza sociale non è 
legata alla prova del bisogno. Si tratta per il 69 per cento di 
prestazioni in denaro, per il 24 per cento di prestazioni in natura 
(rimborso di fatture AMal, AI, AINF, spese di personale, contributi 
pubblici ad ospedali e istituti). Le prestazioni in denaro non 
legate al bisogno consistono principalmente in versamenti di 
rendite, mentre le prestazioni in natura non legate al bisogno 
corrispondono essenzialmente ai sussidi ospedalieri cantonali e 
comunali nonché alle prestazioni ambulatoriali e stazionarie 
dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. Solo il 
7 per cento delle prestazioni sociali presuppone un comprovato 
bisogno.
Preponderanza della previdenza per la vecchiaia
Il 45 per cento delle prestazioni sociali viene impiegato per la 
previdenza per la vecchiaia. Nello spazio europeo gli unici Paesi a 
superare questa quota sono l'Italia e la Grecia. Un quarto delle 
prestazioni sociali è destinato alle cure mediche e sanitarie ed un 
ottavo alle prestazioni d’invalidità. Ciò significa che oltre 
quattro quinti delle prestazioni sociali vengono utilizzate per 
coprire i rischi di vecchiaia, malattia e invalidità. Al quarto 
posto ritroviamo le prestazioni destinate ai superstiti, con una 
quota del 6,3 per cento delle prestazioni sociali complessive ed al 
quinto posto il ramo famiglia/figli con il 5,1 per cento. Negli 
ultimi anni le prestazioni per la disoccupazione che nel 1997, al 
culmine della crisi economica rappresentavano ancora un buon 7 per 
cento delle prestazioni sociali, sono diventate meno ingenti.
Contributi sociali dei datori di lavoro e dei lavoratori: la 
principale fonte di proventi
Più della metà delle entrate complessive provengono dai contributi 
salariali dei datori di lavoro, dei lavoratori e degli indipendenti; 
un ulteriore 8 per cento deriva dai premi dell’assicurazione 
obbligatoria delle cure medico-sanitarie. La quota di contributi 
sociali versati dai datori di lavoro è del 30 per cento ed è 
pertanto più elevata di quella dei lavoratori che ammonta al 22 per 
cento. Questo divario è dovuto alla differenza dei contributi 
versati per la previdenza professionale nonché agli assegni 
familiari ed al pagamento continuato del salario in caso di malattia 
e maternità, che sono finanziati esclusivamente dai datori di 
lavoro. La quota dei contributi statali, proveniente per metà dalla 
Confederazione, ammonta al 21 per cento. Grazie all’aumento dell’IVA 
dell’uno per cento (1999) ed all’introduzione della tassa sulle case 
da gioco (2000) a favore dell’AVS, le imposte vincolate ad un 
determinato scopo hanno acquistato importanza rispetto alle entrate 
fiscali generali. Ai cantoni spettano l’8 per cento dei proventi ed 
ai comuni meno del 3 per cento. I redditi da capitale ammontano al 
16 per cento. Nel raffronto internazionale i redditi da capitale 
assumono un’importanza fondamentale. Infatti, una delle peculiarità 
del sistema svizzero della sicurezza sociale consiste nel finanziare 
la previdenza professionale esclusivamente mediante un sistema di 
capitalizzazione.
L’estensione della sicurezza sociale nel tempo
Dalla fine della seconda guerra mondiale, il sistema della sicurezza 
sociale in Svizzera è andato via via ampliandosi. Negli anni 
Cinquanta per la sicurezza sociale venivano spesi esattamente 1,5 
miliardi di franchi. Nel 1970 le spese sociali ammontavano già ad 11 
miliardi di franchi diventati poi 63 nel 1990 e 113 nel 2000. In 
termini reali, fra il 1950 ed il 2000 le spese sociali sono 
aumentate da 5,6 a 93,1 miliardi di franchi (prezzi del 1990). Gli 
aumenti più ingenti sono stati registrati negli anni 1974-76 e 1991- 
93. Negli anni '70 sono state ampliate le prestazioni dell’AVS e 
dell’AI e negli anni '90 il lungo periodo di recessione ha condotto 
ad un forte aumento della disoccupazione. La quota delle spese 
sociali salita da appena l’8 per cento negli anni '50 al 18 per 
cento nel 1976, fino all’attuale 28 per cento, mostra chiaramente 
l’evoluzione della sicurezza sociale in Svizzera. Nel 1990, in 
Svizzera la quota delle spese sociali pari al 19,8 per cento si 
situava ancora al di sotto della media dell’UE del 25,5 per cento, 
mentre attualmente con il 27,5 per cento corrisponde quasi alla 
media UE.
Definizioni di sicurezza sociale e conto globale La sicurezza 
sociale comprende tutte le misure dello Stato e delle istituzioni 
private volte ad assicurare l'esistenza della popolazione ed in 
particolare la protezione della popolazione contro i rischi sociali. 
Rientrano nelle sicurezza sociale solo le prestazioni sociali che 
soddisfano il criterio della solidarietà sociale (ridistribuzione) o 
sono obbligatorie ai sensi di una legge, di un accordo sociale 
vincolante o possono essere attribuite a rischi o bisogni legati ad 
una delle otto seguenti categorie: vecchiaia, malattia e cure 
sanitarie, invalidità, superstiti, famiglia/figli, disoccupazione, 
esclusione sociale e abitazione.
Il conto globale della sicurezza sociale (CGSS) rappresenta una 
statistica di sintesi coerente, elaborata con l’ausilio di 
molteplici fonti statistiche. Il CGSS fornisce informazioni 
sull’ammontare delle spese complessive, delle prestazioni sociali e 
delle entrate, dall’ottica funzionale, economica e istituzionale e 
serve da base per la costituzione di un sistema d’indicatori. Dal 
punto di vista metodologico si basa sul Sistema europeo di 
statistiche integrate della protezione sociale (SESPROS) elaborato 
da Eurostat e risponde così al criterio della comparabilità 
internazionale.
Contrariamente al sistema dei conti nazionali (SEC), il CGSS rileva 
i sussidi come prestazioni sociali e tiene conto anche delle 
prestazioni di libero passaggio e dei versamenti in contanti della 
cassa pensioni, ma non comprende l’istruzione pubblica. La 
peculiarità del CGSS rispetto alla statistica svizzera delle 
assicurazioni sociali consiste nel fornire uno sguardo d’insieme 
delle finanze nel ramo della sicurezza sociale, comparabile a 
livello internazionale.
UFFICIO FEDERALE DI STATISTICA
	Servizio informazioni
Informazioni: 
Heiner Ritzmann, UST, Sezione sicurezza sociale, tel. 032 713 66 63
Nuove pubblicazioni (unicamente in versione tedesca e francese):
Gesamtrechnung der Sozialen Sicherheit. Resultate für 2000 - 
Schätzungen für 2001 - Entwicklung seit 1950. Esce nel settembre 
2003 nella versione tedesca (nel novembre 2003 nella versione 
francese) n. di ordinazione: 511-0100
Ordinazioni: tel.: 032 713 60 60, fax: 032 713 60 61, e-mail:  
Ruedi.Jost@bfs.admin.ch
Per ulteriori informazioni si rimanda al sito Internet dell’UST 
all’indirizzo: http://www.statistica.admin.ch
13.06.2003

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