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Iniziativa popolare "Sovranità del popolo senza propaganda di governo": Lancio della campagna referendaria sotto il titolo di "libera opinione"

Iniziativa popolare "Sovranità del popolo senza propaganda di governo": Lancio della campagna referendaria sotto il titolo di "libera opinione"
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Zurigo (ots)

- Indicazioni: Una fotografia può essere scaricata su   
     http://www.presseportal.ch/fr/pm/100014855 -
Il 1° giugno 2008 l'iniziativa, presentata circa
quattro anni or sono, sarà sottoposta a votazione popolare
(referendum). Marted" 8 aprile i suoi promotori riunitisi a Berna si
sono dichiarati fiduciosi. La problematica della presa d'influenza
delle autorità sulla formazione della volontà è riconosciuta nella
sua sostanza. Negli ultimi anni il tema è stato ripetutamente
affrontato anche dai media.
A suscitare l'irritazione dei promotori dell'iniziativa è
soprattutto la sempre maggiore frequenza con cui i consiglieri
federali intervengono nella campagna referendaria vera e propria.
Tutto ciò non ha più nulla a che vedere con il fatto che il popolo
deve conoscere la posizione del Consiglio federale in merito a un
determinato disegno di legge. Intervenendo nella campagna elettorale,
il Consiglio federale si trasforma in avversario di una parte della
popolazione, favorendo in ultima analisi anche il processo di
polarizzazione osservato negli ultimi anni.
L'iniziativa popolare "Sovranità del popolo senza propaganda di
governo" esige un'informazione tempestiva, completa ed equa dei
cittadini aventi diritto di voto che dovrà tuttavia concludersi al
più tardi entro il termine della fase di dibattito parlamentare. Nel
corso della successiva campagna referendaria l'iniziativa esige
invece maggiore riservatezza da parte del Consiglio federale e
dell'Amministrazione nonché il rispetto dei principi dello Stato di
diritto. Durante questo lasso di tempo, il Consiglio federale dovrà
limitarsi alle informazioni contenute nell'opuscolo informativo e a
un breve comunicato alla popolazione, diffuso tramite la radio o la
televisione come avviene già oggi.
La trasparenza costerebbe meno
È difficile fornire dati attendibili relativi alle spese di
comunicazione sostenute dalla Confederazione. Sebbene da alcuni anni
vengano pubblicate cifre comprese tra 60 e 80 milioni di franchi
all'anno, queste non includono tuttavia le attività previste dalla
legge, fra cui ad esempio le spiegazioni relative al testo di legge
sottoposto a votazione e le traduzioni. Secondo le informazioni
fornite dalla Commissione della gestione del Consiglio degli stati il
13 ottobre 2006, altri 140 milioni di franchi dei contribuenti
vengono sborsati ogni anno per i circa 2'400 incarichi conferiti ad
agenzie esterne per l'attività di lobby e per influenzare i decisori
politici - un'informazione trasparente sarebbe senz'altro più
economica, poiché diversamente dall'influenza esercitata sui
cittadini non causerebbe praticamente alcun costo.
I cittadini aventi diritto di voto vanno presi sul serio
Il sistema politico svizzero prevede che gli aventi diritto di
voto si pronuncino sui progetti di legge come partner paritetici dei
parlamenti. Questo diritto sancito dalla costituzione deve essere
rispettato anche dalle autorità. Non è accettabile che nel nome
dell'informazione la formazione della volontà venga influenzata in
misura tale da far s" che le decisioni vengano semplicemente
ricalcate. L'intervento delle autorità durante una campagna
referendaria è ammissibile soltanto in casi eccezionali, ma non per
spingere i votanti ad accettare o respingere un disegno di legge. La
prassi di successo adottata per decenni e ripresa dall'iniziativa che
prevede la suddivisione in un primo periodo fino alla conclusione dei
dibattiti parlamentari e in una seconda fase di campagna referendaria
vera e propria contribuirà ad assicurare un'informazione più
oggettiva.
Il Consiglio federale à dalla parte dei meno abbienti?
L'affermazione, fatta principalmente dalle cerchie socialiste,
secondo cui i promotori dell'iniziativa lavorerebbero per conto dei
più abbienti è ritenuta del tutto assurda dal presidente Markus Erb.
"Difficilmente il Consiglio federale si schiera dalla parte delle
persone finanziariamente più deboli, visto che nel caso della legge
sul mercato dell'energia elettrica, ad esempio, ha dimostrato di
andare a braccetto con l'economia". Anche per quanto concerne il
sostegno alla propria iniziativa, Erb vede le cose in modo
spassionato. Finora nessun partito o organizzazione politica ha
deciso di sostenere l'iniziativa.
Un'incredibile controproposta
Secondo i promotori dell'iniziativa, la controproposta non
costituisce un'alternativa. Essa sostiene una corrente politica
completamente diversa ed esprime pertanto una visione differente
delle cose. Cos", essa esige ad esempio che il Consiglio federale
informi costantemente, ossia anche nel corso della campagna
referendaria vera e propria. È prevedibile che in una simile
eventualità la comunicazione debordante dell'esecutivo diverrebbe
onnipresente e che attingendo alle casse dello Stato verrebbero
stanziate risorse illimitate per la formazione della volontà dei
votanti.
L'obbligo della controproposta secondo cui il Consiglio federale
non avrebbe il diritto di sostenere una raccomandazione che diverga
da quella dell'Assemblea federale, equivarrebbe invece a mettere la
museruola al Consiglio federale. A prescindere da tutto ciò verrebbe
inoltre violato anche il principio della divisione dei poteri fra
esecutivo e legislativo.
Tutti i documenti contenuti nel dossier destinato ai media sono
disponibili anche in formato elettronico sul sito web
www.libera-opinione.ch, "Media"

Contatto:

Dr. Markus Erb, Presidente dell'Associazione "Cittadini per i
cittadini"
Casella postale 149
6965 Cadro
Tel.: +41/44/350'14'71