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Verein "Nein zur 2. Gotthardröhre", "Non au 2e tube au Gothard", "No al raddoppio del Gottardo"

L'associazione «No al raddoppio del Gottardo» lancia il referendum / False promesse e troppi danni

Berna (ots)

L'associazione «No al raddoppio del Gottardo», di cui fanno parte una cinquantina di organizzazioni nazionali e regionali, lancia il referendum contro il raddoppio della galleria stradale del Gottardo. I rappresentanti del Comitato hanno espresso severe critiche al progetto martedì durante una conferenza stampa a Berna. Rimproverano al Consiglio federale e al Parlamento di voler aggirare con false promesse la protezione delle Alpi iscritta nella Costituzione.

Con il progetto di un secondo tubo stradale al Gottardo, il Consiglio federale e il Parlamento cercano di trarre in inganno il popolo, ha affermato davanti ai media Caroline Beglinger, Co-presidente dell'associazione «No al raddoppio del Gottardo» e Co-direttrice dell'ATA Associazione traffico e ambiente. Per Beglinger, la prevista norma di legge, che prevedrebbe di tenere aperta al traffico solo una corsia in ogni galleria, non è altro che un trucco per aggirare l'articolo costituzionale sulla protezione delle Alpi. Una legge può infatti essere cambiata in qualsiasi momento. «Non facciamoci illusioni - ha detto Beglinger -non appena ci sarà un secondo tunnel, comincerà il parapiglia per aprire tutte e quattro le corsie».

Jon Pult, Co-presidente dell'associazione «No al raddoppio del Gottardo» e Presidente dell'Iniziativa delle Alpi, ha ricordato che lo spazio alpino è un ecosistema fragile. In montagna il traffico ha effetti nocivi maggiori, a scapito delle persone e dell'ambiente. Nelle strette valli uno stesso veicolo causa una concentrazione di sostanze nocive tre volte superiore rispetto all'Altipiano svizzero, ancora molto di più se le condizioni meteo sono sfavorevoli, ha spiegato Pult.

Il Ticino subisce già fortemente le conseguenze del traffico sull'asse del Gottardo, ha rilevato la Consigliera nazionale Marina Carobbio (PS/TI), Vicepresidente dell'Iniziativa delle Alpi. Il raddoppio del Gottardo finirebbe inesorabilmente per attirare ancora più traffico, in particolare traffico pesante. La salute delle persone che vivono lungo l'asse nord-sud ne soffrirebbe ancora di più. Inoltre, con la costruzione di una seconda canna stradale al Gottardo, il Ticino sarebbe completamente isolato dal resto della Svizzera per 140 giorni, poiché sarebbe necessario risanare d'urgenza la galleria esistentesenza un'offerta alternativa su treni-navetta.

Anche la Svizzera romanda non ha da rallegrarsi per l'eventuale raddoppio del Gottardo, ha detto la Consigliera nazionale Anne Mahrer (Verdi/GE), membro del Comitato centrale dell'ATA. Per finanziare il progetto bisognerebbe infatti rinviarne altri. Facile prevedere che, in questo caso, la Romandia sarebbe ancora una volta sfavorita. Il Gottardo - secondo Mahrer - è un mito per la Svizzera tedesca: «ma sarebbe meglio che siano i fatti a parlare».

Concorrenza per i programmi d'agglomerato e l'Alptransit Il raddoppio del Gottardo sarebbe però anche in concorrenza con numerosi programmi d'agglomerato, che non avrebbero una base finanziaria sicura, ha affermato Regula Rytz, Co-presidente dei Verdi svizzeri e membro del Comitato dell'Iniziativa delle Alpi. Al Gottardo circolano in media circa 17'000 veicoli al giorno - molti di meno che negli agglomerati urbani. Perciò chi costruisce una quinta galleria al Gottardo, butta i soldi nel buco sbagliato, ha aggiunto.

Il Consigliere nazionale Philipp Hadorn (PS/SO), Segretario centrale del SEV Sindacato del personale dei trasporti, vede anche una concorrenza con la nuova trasversale ferroviaria alpina, che sarà inaugurata nei prossimi anni. L'Alptransit è un progetto costato più di 20 miliardi di franchi. Tuttavia, con il raddoppio del Gottardo, il Consiglio federale, i partiti borghesi e la lobby stradale corrono coscientemente il rischio di sabotare l'effetto positivo della trasversale ferroviaria. Non è così che s'invoglia l'economia a trasportare maggiormente le merci con la ferrovia. A lungo termine ciò significa che sono in pericolo posti di lavoro alle FFS, alla BLS, all'Hupac, alla RAlpin e in altre società.

Un secondo tubo stradale al Gottardo mette in pericolo pure la politica di trasferimento e complica le relazioni con l'UE, ha aggiunto la Consigliera nazionale Edith Graf-Litscher (PS/TG). La Svizzera è spesso lodata in Europa per la sua politica di trasferimento strada/ferrovia. E per buone ragioni: in nessun altro paese così tante merci transitano dalle Alpi sulle rotaie. «Tuttavia, col raddoppio del Gottardo, tutta la credibilità, di cui il nostro paese gode a Bruxelles, andrebbe persa d'un sol colpo», ha detto Graf-Litscher. Questo segnale metterebbe quindi in pericolo tutta la nostra politica di trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia.

La Svizzera corre anche il pericolo di avere problemi giuridici con l'UE, ha inoltre spiegato Graf-Litscher. L'accordo bilaterale sui trasporti terrestri si basa infatti sul principio della libera circolazione sulle strade. Non è dunque possibile adottare misure che limitino eccessivamente la circolazione stradale.

Informazione e interventi su www.noalraddoppio.ch

Contatto:

Jon Pult, 076 508 16 33
Marina Carobbio, 079 214 61 78
Caroline Beglinger, 079 310 11 86
Regula Rytz, 079 353 86 38
Edith Graf-Litscher, 079 347 08 93
Philipp Hadorn, 079 600 96 70
Anne Mahrer, 079 249 72 17