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Media Service: Consiglio svizzero della stampa: «NZZ»: distinguere meglio tra fatti e commento; Presa di posizione 22/2016

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Bern (ots)

Parti: Giusep Nay c. «Neue Zürcher Zeitung»

Tema: Ricerca della verità / Distinzione tra fatti e commenti / omissione di informazioni importanti

Reclamo parzialmente accolto

Riassunto

«NZZ»: distinguere meglio tra fatti e commento!

In un articolo intitolato «La volontà popolare non conta nulla», la «Neue Zürcher Zeitung» commentava negativamente una sentenza del Tribunale federale. L'ex giudice federale Giusep Nay si è rivolto al Consiglio della stampa, che su un punto gli ha dato ragione.

Il Tribunale federale aveva constatato in una sentenza che l'Accordo di libero scambio tra la Svizzera e l'Unione europea ha, nella giurisprudenza, la precedenza sull'articolo costituzionale introdotto con l'approvazione dell'iniziativa popolare contro l'immigrazione di massa. L'articolo del 30 gennaio 2016 si occupa di questa sentenza senza, a parere del Consiglio della stampa, trascurare elementi di informazione importanti, né violare il dovere di rispettare la verità come sostiene nel suo reclamo l'ex giudice federale Nay. Tuttavia il Consiglio nota che fatti e commenti nell'articolo non sono adeguatamente separati. Ciò vale specialmente per il titolo «Der Volkswille spielt keine Rolle», dal quale si potrebbe dedurre che il Tribunale federale non tiene adeguatamente conto dell'ultima votazione. L'ex giudice federale Nay osserva giustamente che il tribunale affronta adeguatamente il problema del rapporto tra questa votazione e quella relativa alla libera circolazione delle persone. Al pubblico riesce talvolta difficile distinguere i fatti dai commenti del giornale. Nel caso specifico, la «NZZ» non si premurava di segnalare che l'articolo era un commento, un'analisi, della sentenza. È certamente compito importante dei media analizzare, giudicare e persino criticare le sentenze dei tribunali. Ma al lettore deve essere data la possibilità di farsi un'opinione sulla base dei semplici fatti. È questo che la «NZZ» ha trascurato, violando in tal modo una disposizione del codice deontologico dei giornalisti.

Contatto:

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