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Dopo 5 anni di ONU: libro nero dell'ASNI sulla neutralità

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Berna (ots)

- Indicazioni: Ulteriori informazioni possono essere scaricate in
     formato pdf gratuitamente su: 
     http://www.presseportal.ch/fr/pm/100007283 -
Usare la neutralità come strumento di sicurezza e di pace - fermarne
il deterioramento!
In occasione del 5° anniversario dell'adesione del
nostro Paese all'ONU, l'Azione per una Svizzera neutrale e
indipendente (ASNI) ha compilato un ampio "libro nero sulla
neutralità svizzera". Questo "libro nero" documenta tutta una serie
di infrazioni alla neutralità e accerta che dal momento dell'adesione
all'ONU il principio secondo cui "l'esser presenti sulla scena
internazionale è più importante che avere dei vantaggi" è diventato
il principio ispiratore a cui si attiene, in modo definitivo, la
politica estera svizzera. Questo mette in pericolo la nostra
sicurezza e la nostra abilità, particolarissima, di attuare una
politica di pace e di organizzare aiuti umanitari. Lunedi prossimo, i
consiglieri nazionali dott. Pirmin Schwander (presidente dell'ASNI),
Hans Fehr (direttore dell'ASNI), prof. Christoph Mörgeli (Commissione
di politica estera) e Yvan Perrin (consiglio direttivo dell'ASNI)
presenteranno ai media il libro nero e le richieste dell'ASNI.
Christoph Mörgeli ha illustrato lo sviluppo e la struttura
particolare del nostro "modello positivo di una neutralità scelta
liberamente, perenne, armata e totale" criticando molto pesantemente
l'attivismo in politica estera - contrario alla neutralità stessa -
che caratterizza la capitale federale. Nel nostro mondo globalizzato
ha chiesto di rivestire di nuovi valori, di dare un significato nuovo
alla neutralità in base al principio ispiratore secondo cui: "ogni
Stato che si tiene lontano dai conflitti rende il nostro mondo un po'
più pacifico". Grazie a una politica di intelligente prudenza, è
necessario far si che la neutralità svizzera torni a essere, com'era
una volta, uno strumento valido, estraneo ai partiti, apprezzato a
livello internazionale, uno strumento al servizio della sicurezza,
della pace e degli aiuti umanitari.
Un numero altissimo di infrazioni alla neutralità
Hans Fehr ha constatato che tra i vari partiti rappresentati nel
Consiglio federale soltanto l'UDC si attiene senza mezzi termini a
una neutralità totale. Il PSS vuole archiviare la neutralità, il PPD
vuole "ridefinirla" e il PRD si limita ad affermare, in maniera
alquanto vaga, che "la neutralità non è una religione". Questo si
pone in contrasto totale con l'ultima ricerca (2007) del prof. Karl
W. Haltiner, dalla quale risulta che il 92% degli Svizzeri vuole
conservare la propria neutralità. Fehr ha ancora definito il numero
sempre crescente di gravi infrazioni alla neutralità come un numero
"da inflazione" e ha criticato soprattutto la consigliera federale
Calmy-Rey. Allo stesso modo, per fare un esempio, il Consiglio delle
Nazioni Unite per i diritti umani - Consiglio istituito in seguito
alle pressioni della Svizzera e ora dominato dall'"Organizzazione
della conferenza islamica" - si è finora distinto solo per aver
condannato unilateralmente Israele. La Svizzera, inoltre, è stata più
volta criticata per motivi del tutto assurdi ed è stata accusata da
un "inviato speciale dell'ONU" di essere una nazione "razzista" che
"non rispetta i diritti dell'uomo". Inoltre, la consigliera federale
Calmy-Rey, con la sua richiesta dell'indipendenza del Kosovo, ha
provocato forti irritazioni e, come se non bastasse, con il suo
progetto di un "Seminario sulle diverse modalità di approccio
all'Olocausto" ha inteso offrire una piattaforma ai negazionisti
dell'Olocausto. Ma il colpo definitivo, il colpo mortale alla
neutralità svizzera, secondo Fehr, è costituito dalla richiesta,
sempre da parte del nostro ministro degli esteri signora Calmy-Rey,
di un posto al Consiglio di sicurezza dell'ONU "perché cosi la
Svizzera potrebbe decidere in merito a guerra e pace".
Esercito multinazionale e politicizzazione della Croce Rossa
Negli ambienti del DDPS, Yvan Perrin ha denunciato soprattutto le
"pressioni incredibili" per adeguarsi all'ONU e all'UE e per
raddoppiare le nostre missioni all'estero. Perrin ha criticato pure
l'invio di ufficiali svizzeri in Afghanistan che appartengono
all'ISAF (International Security Assistance Force) e operano quindi
all'interno del comando NATO. Perrin, inoltre, ha giudicato come
"totalmente inconciliabile con la neutralità svizzera" la presenza di
piloti svizzeri nel Ciad, paese afflitto dalla guerra civile, piloti
che, sotto l'egida della "Swiss Air Force", addestrano piloti locali
a guidare aerei Pilatus e che inoltre, stando alle dichiarazioni
dello stato maggiore di quella nazione, "operano come consulenti"
anche nella lotta contro i ribelli nelle province orientali del Ciad.
Oltre a molte altre infrazioni alla neutralità del nostro paese,
Perrin ha criticato anche la "politicizzazione della Croce Rossa". Il
responsabile del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR)
Jakob Kellenberger è un fautore attivo di un'adesione all'UE e René
Rhinow, il responsabile della Croce Rossa svizzera, definisce la
neutralità come un fondamento della nazione che non ha più motivo di
essere. Siccome l'essenza e il lavoro del CICR sono in stretto
rapporto con la nostra neutralità, la sua  politicizzazione ha
ripercussioni negative sulla Svizzera in quanto sede del CICR e sul
nostro lavoro in campo umanitario.
Richieste dell'ASNI: esportiamo la neutralità, invece di inviare
soldati!
Nella sua qualità di "guardiana della neutralità", l'ASNI
denuncerà in futuro ogni infrazione a questo principio fondamentale
dello Stato, come ha affermato Hans Fehr. Oltre all'iniziativa
popolare tesa a rafforzare i diritti del popolo nel settore della
politica estera - iniziativa che verrà lanciata in via definitiva nel
marzo del 2008 -, Fehr ha presentato una mozione al fine di ancorare
nella nostra Costituzione il nucleo costitutivo della neutralità
svizzera. Inoltre, l'ASNI lavora a un'iniziativa popolare che vuole
eliminare la "piaga infetta" costituita dalle missioni all'estero dei
militari svizzeri in nome del principio secondo cui dobbiamo
"esportare la neutralità, non inviare soldati". Soltanto in questo
modo faremo s" che i responsabili del DDPS si possano concentrare
completamente sulla protezione e sulla difesa del nostro Paese.
Inoltre, l'ASNI chiede che si metta presto fine alla missione
Swisscoy in Kosovo. Chiediamo anche che la consigliera federale
Calmy-Rey venga messa a capo di un altro dipartimento. Infine, con
una campagna a largo raggio - soprattutto con manifestazioni presso
le scuole - l'ASNI vuole sensibilizzare il Paese sul significato e
sul valore assolutamente centrale che riveste per la Svizzera una
neutralità perenne e armata.

Contatto:

Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI)
Thunstrasse 113
Casella postale 669
3000 Berna 31
Tel.: +41/31/356'27'27
Fax: +41/31/356'27'28
E-Mail: asni@asni.ch
Internet: www.sni.ch
Conto: ccp 30-10011-5

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