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Embargo : fino alle 10.30 economiesuisse - Prospettive congiunturali: solide ma senza euforia

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Zürich (ots)

L'economia mondiale continua a crescere. Ma i rapporti di forza si spostano: l'economia americana accelera, l'Europa esce dalla recessione e registra una leggera crescita mentre l'Asia perde chiara-mente una parte del suo dinamismo. La Svizzera ha l'opportunità di esportare nel mondo intero e di approfittare così della crescita, ovunque essa abbia luogo. Ciononostante i rischi per l'economia mondiale rimangono importanti e la crescita dell'economia interna diminuisce leggermente. Nell'insieme, economiesuisse si attende, per il 2014, una crescita del prodotto interno lordo (PIL) di circa il 2,3%. L'associazione mantello dell'economia prevede una crescita del 2,0% per il 2015 e una lieve diminuzione del numero dei disoccupati.

Dopo sette trimestri di crescita negativa nella zona euro, nell'autunno 2013 l'economia europea sembra aver toccato il fondo. Nel frattempo, i paesi della zona euro hanno ricominciato lentamente a crescere, seppur in modo molto timido. Siccome la disoccupazione resta ad un livello record, questa crescita è considerata piuttosto - con l'eccezione della Germania - come una fase di stagnazione. La situazione resta particolarmente critica non solamente nei paesi periferici (Grecia, Portogallo e Spagna) ma anche dai nostri vicini italiani e francesi. In assenza di una volontà chiara di attenersi con determinazione alle riforme strutturali necessarie, il clima d'investimento e dunque le prospettive di crescita restano limitate a lungo termine. In numerosi paesi dell'UE, il processo di erogazione dei crediti rimane un problema. Questo pone pro-blemi soprattutto alle PMI, che hanno bisogno di crediti bancari. L'assenza di dinamismo nella conces-sione dei crediti si spiega con le voci nel bilancio delle banche che non sono state risanate rapidamente dopo lo scoppio della crisi, contrariamente a quanto è stato fatto nel Nord America. Negli Stati Uniti infatti, il processo di erogazione dei crediti funziona di nuovo correttamente e permette così alle idee commerciali di essere finanziate. In Europa, al contrario, numerose banche sono ancora occupate a risa-nare i loro bilanci. Il futuro ci dirà se lo stress-test a cui sono sottoposte le banche nell'UE sarà in grado di ripotare la fiducia negli istituti finanziari. Tra gli Stati PIIGS - Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna - l'Irlanda segue senz'altro la via più pro-mettente. Le riforme radicali iniziano a dare i loro frutti e le prospettive di crescita sono positive. Anche la Gran Bretagna ha ritrovato la strada verso un consolidamento della sua crescita. In Europa è soprattutto la Germania che continua ad avere un effetto stabilizzatore. Il recente migliora-mento del consumo interno non manterrà però i ritmi attuali, ragione per la quale gli impulsi continueran-no a giungere dal settore delle esportazioni.

Crescita interrotta in Asia

Le prospettive di crescita sono migliorate in modo puntuale in Europa e in modo più importante negli Stati Uniti. La crescita leggermente ridotta nel primo semestre da parte dell'economia degli USA è dovuta soprattutto a ragioni meteorologiche. In Asia si assiste invece ad una tendenza inversa. In Giappone, l'impulso indotto dalla politica monetaria espansiva si sta indebolendo. Non si sa se le riforme strutturali nei settori dell'energia e dell'agricoltura potranno essere messe in atto. Recentemente anche la crescita cinese ha rallentato un po'. L'efficienza degli investimenti è a volte piuttosto ridotta, mentre l'indebitamento si appesantisce sempre più rapidamente. Ci sono delle sovraccapacità, e il mercato im-mobiliare è all'origine di rischi considerevoli. Un riequilibrio è certamente in corso - meno investimenti, più consumi - ma la crescita si ridurrà leggermente. In seguito alla crisi Ucraina, anche la Russia è sull'orlo della recessione. L'India ha ripreso di nuovo un po' di vigore, mentre il Brasile continua a delude-re. Nell'insieme, l'economia mondiale registra una crescita situata tra il 3% e il 4%.

Crescita solida delle esportazioni elvetiche

In questo contesto economico mondiale, l'industria esportatrice svizzera approfitta della crescita, là dove quest'ultima si manifesta. Infatti essa è attiva su tutti i mercati più importanti a livello mondiale e in più settori. Malgrado il franco forte e i mercati esigenti, le esportazioni crescono fortemente sia quest'anno che l'anno prossimo. L'industria orologiera e di materie plastiche così come quella chimica e quella farmaceutica sono partico-larmente dinamiche. Nondimeno, le esportazioni dell'industria delle macchine, degli equipaggiamenti elettrici e dei metalli registreranno un forte aumento e mentre l'industria tessile ha ripreso a crescere da poco. Parallelamente aumentano pure le importazioni dei prodotti semilavorati richiesti per le esportazio-ni, mentre le importazioni destinate all'economia interna godono del consumo stabile delle economie domestiche. Anche le esportazioni di servizi hanno il vento in poppa. Il turismo approfitta della ritrovata stabilità economica in Europa. I servizi finanziari si sviluppano malgrado un ambiente difficile, in partico-lare grazie alla soluzione progressiva delle questioni legate alle incertezze giuridiche. Nell'insieme, le esportazioni aumenteranno di più che le importazioni.

Economia interna: l'edilizia s'indebolisce, il consumo cresce Il settore delle costruzioni prosegue con la sua crescita elevata. Questo dinamismo rallenterà nei prossi-mi anni. Grandi cantieri come la nuova linea ferroviaria a Zurigo (Passante di Zurigo) sono terminati o entrano nella loro fase finale, i cantoni sono più prudenti in materia di investimenti. Inoltre della costru-zione di alloggi sono in riduzione le domande di costruzioni e le attività di costruzione private sono frena-te dalle misure della Confederazione (effetto anticiclico per le banche) e delle banche stesse. Inoltre, l'iniziativa sulle residenze secondarie pesa sull'attività di costruzione nelle regioni turistiche. Anche l'incertezza che circonda la messa in atto dell'iniziativa sull'immigrazione di massa frena le attività, princi-palmente nella costruzione commerciale. Una certa reticenza si può già notare nel settore degli investi-menti in beni d'equipaggiamento. Il consumo privato è tuttora spinto dal basso livello dei tassi d'interesse, dall'immigrazione e da un tasso di disoccupazione relativamente ridotto. Grazie a ciò le attivi-tà assicurative e il commercio si sviluppano praticamente allo stesso ritmo della congiuntura. Le prospet-tive per il 2015 sono dunque positive sia per l'economia interna sia per le esportazioni. Ciononostante economiesuisse non si attende un aumento della crescita in Svizzera; le influenze negative dell'economia mondiale e più particolarmente dell'Europa sono troppo forti. Nell'insieme, economiesuisse si attende una crescita del PIL del 2,3% nel 2014 e del 2% nel 2015.

I rischi congiunturali si moltiplicano

Con la stabilizzazione progressiva della crescita negli Stati Uniti e in Europa, dovremmo, in linea di prin-cipio, avvicinarci alla fine delle politiche monetarie ultra-espansive. Anche se la volontà di uscirne, so-prattutto da parte della BCE, non sembra ancora essere presente. Anzi, essa è preoccupata per la bassa inflazione e vuole mettere in campo altre misure espansive. La FED, da parte sua, ridurrà solamente in modo progressivo i suoi riacquisti di prestiti. Siccome il Giappone non raggiungerà verosimilmente la soglia del 2% d'inflazione, il paese continuerà la sua politica monetaria ultra-espansiva. Più l'uscita da questa "esperienza storica" si farà attendere, più i mercati resteranno nell'incertezza. Que-sto passo, presto o tardi necessario, viene però sistematicamente posticipato. La situazione fragile di alcuni paesi europei, caratterizzata da un indebitamento pubblico sempre maggiore e da problemi struttu-rali, costituisce un altro rischio congiunturale. I mercati si sono calmati grazie agli interventi annunciati dalla BCE, ma la loro stabilizzazione sembra di nuovo far vacillare la volontà di effettuare delle riforme. Se la crescita non riprenderà costanza a breve, le incertezze torneranno presto a farla da padrone. A questo proposito, le incertezze attorno agli accordi bilaterali rivestono una grande importanza per la Svizzera. Se dovessero sopraggiungere conflitti con il nostro principale partner commerciale, ciò rappre-senterebbe un rischio considerevole per la crescita, soprattutto a lungo termine. Infine, anche la crisi in Ucraina rischia di causare danni importanti.

Previsioni relative ai conti nazionali

Variazioni rispetto all'anno precedente (in %): (allegato)

Contatto:

Rudolf Minsch, capo economista
Telefono : +41 44 421 35 35, e-mail: rudolf.minsch@economiesuisse.ch

Conferenza stampa telefonica
Rudolf Minsch, capo economista d'economiesuisse, terrà una conferenza
stampa telefonica sulle pre-visioni congiunturali. I giornalisti
interessati possono parteciparvi componendo, alle 10.30, il numero:
+41 (0)58 262 07 11
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