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Responsabilità internazionale per danni ambientali transfrontalieri

Berna (ots)

In futuro, chi inquina l'ambiente dovrà assumersi la
responsabilità anche dei danni cagionati oltre frontiera. È quanto
chiede la delegazione svizzera, che il 2 e 3 luglio prossimi prenderà
parte, a Ginevra, a una sessione straordinaria della Commissione
economica per l'Europa delle Nazioni Unite (ECE/ONU). Fra due anni
dovrà essere adottata una normativa internazionale che regolamenti la
responsabilità per danni causati da un inquinamento ambientale
riconducibile a un incidente.
La copertura dei danni ambientali transfrontalieri dovrà in futuro
essere regolamentata concretamente mediante una normativa
internazionale. Su iniziativa della Svizzera, una simile
regolamentazione sta per essere elaborata nell'ambito di una sessione
straordinaria delle Parti contraenti alla Convenzione sulla
protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei
laghi internazionali" e alla Convenzione sugli effetti
transfrontalieri degli incidenti industriali". La delegazione
svizzera è presieduta da Ernst Berger, capo della sezione Sicurezza
degli impianti presso l'Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste
e del paesaggio (UFAFP), che sarà presumibilmente nominato
vicepresidente nel corso della sessione straordinaria dell'ECE/ONU a
Ginevra.
Secondo quanto auspicato dal nostro Paese, nella normativa
internazionale sulla responsabilità civile dovrebbero essere censiti"
tutti gli impianti industriali che presentano un elevato potenziale
di pericolo chimico e che si trovano nelle regioni di frontiera e nei
pressi di acque di confine. Gli Stati contraenti devono garantire che
le aziende interessate dispongano di mezzi finanziari sufficienti per
far fronte a eventuali danni. Per le aziende, questo implica la
stipulazione di un'assicurazione di responsabilità civile, oppure la
dimostrazione di un'adeguata garanzia bancaria. Chi ha subito un
danno provocato da un inquinamento ambientale transfrontaliero deve
poter beneficiare di una procedura di risarcimento semplice. Ad
esempio, ciò presuppone la possibilità di intentare un'azione
giudiziaria nel proprio Stato di residenza e non, invece, nel Paese
in cui ha sede l'azienda che ha causato l'incidente. Una
regolamentazione simile sarebbe oltre tutto conforme ai principi
stabiliti nella legislazione ambientale svizzera.
La normativa voluta dal nostro Paese, tuttavia, non mira
unicamente a riparare i danni ambientali occorsi e a risarcirne le
vittime. La regolamentazione della responsabilità civile ha
soprattutto un effetto dissuasivo, nel senso che se un'azienda è
chiamata a rendere conto anche dei danni cagionati oltre frontiera, è
molto probabile che - a titolo precauzionale - adotterà tutte le
misure del caso affinché tali danni non si verifichino affatto.
Alla sessione straordinaria dell'ECE/ONU prenderanno parte circa
35 Stati europei. Un gruppo internazionale di esperti sarà quindi
incaricato di elaborare una proposta concreta per una normativa sulla
responsabilità civile che possa essere discussa nei prossimi due
anni, come auspicato dall'UFAFP. La proposta potrebbe poi essere
adottata nel corso della conferenza ministeriale "Un ambiente per
l'Europa", prevista nel maggio del 2003 a Kiev.

Contact:

Jürg Bally, Divisione giuridica, Ufficio federale dell'ambiente,
delle foreste e del paesaggio (UFAFP), tel. +41 31 322 54 29 (durante
la sessione del 2-3 luglio 2001, mobile +41 79 277 51 85)

Martin Schiess, sezione Sicurezza degli impianti, Ufficio federale
dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP),
tel. +41 31 322 54 29 (durante la sessione del 2-3 luglio 2001,
mobile +41 79 352 63 89)

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