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Il caso dell'ambasciatore nel Lussemburgo: sempre piú forte il sospetto di riciclaggio di denaro

Il Ministero pubblico della Confederazione trasmette il procedimento 
all'ufficio dei giudici istruttori federali
Berna, 9 agosto 2002. Il Ministero pubblico della Confederazione ha 
concluso le indagini preliminari di polizia giudiziaria condotte nei 
confronti dell'ambasciatore svizzero, che era da ultimo stazionato 
nel Lussemburgo, per sospetto di riciclaggio di denaro e di falsità 
in documenti e giovedí ha trasmesso gli atti all'ufficio dei giudici 
istruttori federali per l'istruzione preparatoria federale. Nel 
corso delle indagini, gli indizi di colpevolezza all'origine del 
procedimento si sono rafforzati nella direzione di riciclaggio di 
denaro proveniente da droga. L'imputato è tuttora in carcere 
preventivo. Per sospetto di complicità nel riciclaggio di denaro, il 
procedimento è stato esteso alla moglie dell'imputato.
L'8 luglio 2002 l'ambasciatore svizzero nel Lussemburgo è stato 
interrogato a Berna dalla Polizia giudiziaria federale (PGF) e dal 
Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e posto in 
carcerazione preventiva in quanto sospettato di riciclaggio di 
denaro. Il 15 luglio le indagini aperte dal MPC per sospetto 
riciclaggio ai sensi dell'articolo 305bis CP sono state estese al 
sospetto di falsità in documenti ai sensi dell'articolo 251 CP. Il 
23 luglio la Camera d'accusa del Tribunale federale ha prolungato 
fino al 15 agosto 2002, per rischio di collusione, la carcerazione 
preventiva dell'imputato. L'ambasciatore si trova dunque tuttora in 
carcere preventivo.
Secondo la valutazione degli inquirenti, nel corso delle indagini, 
gli indizi di colpevolezza all'origine del procedimento, anche se 
l'ambasciatore continua a contestare l'accusa di riciclaggio di 
denaro mossa a suo carico, si sono piuttosto rafforzati. Al centro 
delle indagini vi era il ruolo dell'imputato in relazione a sospette 
transazioni finanziarie, segnatamente in merito a quattro versamenti 
in contanti sul suo conto privato presso una banca lussemburghese 
per un ammontare totaIe, convertito in franchi svizzeri, di circa 
1,1 milioni. Dopo che nel corso degli interrogatori risultò che le 
pezze giustificative che l'ambasciatore aveva fornito alla banca 
erano false, si trattava di chiarire la vera origine di tali somme 
di denaro e la loro destinazione. Le somme in questione furono quasi 
subito trasferite dal conto dell'ambasciatore su conti in Svizzera, 
ma anche in altri Paesi, di altre persone, in parte note agli 
inquirenti perché implicate nel traffico e finanziamento di droga.
La conoscenza dell'origine e della destinazione di tali somme di 
denaro indica chiaramente la pista del traffico internazionale di 
droga e del finanziamento e riciclaggio di denaro ad esso legati. La 
persona indicata dell'ambasciatore, la quale a suo dire gli avrebbe 
fatto pervenire il denaro allo scopo di evadere il fisco, è un 
cittadino spagnolo. Ha potuto essere interrogata dagli inquirenti 
della PGF in Spagna dove si trova in carcere dal marzo del 2002, e 
vi è tuttora, a causa di un procedimento condotto dalle autorità 
giudiziarie spagnole per sospetto di partecipazione a un importante 
traffico di droga e di riciclaggio di denaro. Le conoscenze 
acquisite dal MPC nel corso delle indagini preliminari di polizia 
giudiziaria hanno dunque rafforzato il sospetto di riciclaggio di 
denaro nei confronti dell'ambasciatore. Nel frattempo il MPC ha 
esteso il procedimento alla moglie dell'ambasciatore per sospetto di 
complicità in riciclaggio di denaro, per la quale – come del resto 
anche per l'ambasciatore – vale la presunzione d'innocenza. Nulla di 
nuovo è emerso sull'ipotesi che i presunti reati siano stati 
commessi fuori della sfera privata dell'imputato, vale a dire che la 
funzione di ambasciatore abbia avuto un ruolo. Le autorità di 
perseguimento penale non hanno nemmeno trovato indizi su un 
qualsivoglia nesso del caso con agenti o attività del servizio di 
informazioni, ipotesi questa avanzata da alcuni media al momento in 
cui fu resa nota l'apertura di un procedimento nei confronti 
dell'ambasciatore.
Dopo che nel presente caso le indagini del MPC e della PGF sono 
avanzate in modo spedito e lo scopo delle indagini preliminari di 
polizia giudiziaria previsto nella procedura penale federale, vale a 
dire l'accertamento dell'autore e dei fatti essenziali nonché le 
necessarie operazioni per assicurare le tracce e le prove, è stato 
raggiunto, giovedí il MPC ha tra-smesso gli atti del procedimento e 
i mezzi di prova all'ufficio dei giudici istruttori federali (UGIF) 
per l'avvio dell'istruzione preparatoria federale. La direzione del 
procedimento spetta ora all'UGIF.
Il responsabile dell'informazione:
Hansjürg Mark Wiedmer, capo dell'informazione MPC, tel. 031 / 324 
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