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EJPD: Il consigliere federale Christoph Blocher incontra i direttori dei penitenziari

Berna (ots)

08.12. 2004. Accogliendo una loro esplicita
richiesta, il consigliere federale Christoph Blocher ha incontrato i 
direttori degli stabilimenti chiusi svizzeri, i quali hanno espresso 
preoccupazione per la situazione in cui versano attualmente i 
penitenziari e, in particolare, per le possibili conseguenze 
derivanti dalle modifiche del Codice penale. Il consigliere federale 
Christoph Blocher, capo del Dipartimento federale di giustizia e 
polizia (DFGP), ha loro assicurato che tali richieste saranno prese 
in considerazione in occasione dell’elaborazione dell’ordinanza 
esecutiva relativa alla nuova Parte generale del Codice penale 
oppure mediante una modifica legislativa.
All'incontro hanno preso parte i direttori degli stabilimenti chiusi 
e i direttori di uno stabilimento semiaperto e di un centro per 
l'esecuzione di misure (tra le quali l'internamento), i quali 
avevano sollecitato un colloquio perché preoccupati per la 
situazione dei penitenziari chiusi e, in particolare, per le 
conseguenze dell'entrata in vigore della nuova Parte generale del 
Codice penale (prevista per il 2006).
Il consigliere federale Blocher ha preso sul serio tali 
preoccupazioni e ha assicurato ai direttori che si impegnerà 
affinché, nell'ambito dell'ordinanza esecutiva concernente il Codice 
penale, si adotti una normativa che possa far fronte ai problemi 
attuali.
Uno dei problemi maggiori è dato dall'elevata percentuale di 
stranieri, che negli stabilimenti chiusi costituiscono fino all'80 
per cento dei detenuti. Uno dei direttori presenti ha fornito queste 
cifre: dei 180 detenuti del suo penitenziario, il 90 per cento è 
costituito da stranieri provenienti da 62 Paesi diversi. Il 20 per 
cento dei detenuti è inoltre analfabeta.
Alla luce di questi dati, i direttori hanno criticato in particolare 
le nuove norme sui congedi previste dal Codice penale, a loro dire 
assolutamente inadeguate. Secondo i direttori, ai detenuti nei cui 
confronti è stata pronunciata una decisione di espulsione o di 
allontanamento, ai turisti del crimine e ai richiedenti l'asilo 
respinti non devono essere concessi né congedi, né il lavoro e 
l'alloggio esterni. Le misure che si prefiggono il reinserimento 
graduale nella società non dovrebbero infatti applicarsi a coloro 
che, una volta espiata la pena, dovranno lasciare il Paese.
I direttori dei penitenziari hanno poi criticato il fatto che non 
sia più prevista la possibilità di disporre l'espulsione quale pena 
accessoria e che, inoltre, l'espulsione competa esclusivamente alle 
autorità degli stranieri. Hanno infine ritenuto insufficiente 
l'elenco delle sanzioni poiché, in particolare, la multa non figura 
più tra le sanzioni disciplinari.
Per ulteriori informazioni:
Heinz Sutter, Ufficio federale di giustizia, tel. 031 / 322 41 04

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