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Dati biometrici nel passaporto Prima di qualsiasi decisione di principio il Consiglio federale vuole chiarezza con uno studio sull'attuabilità

Berna (ots)

10.09.2003. Nell'odierna seduta la consigliera
federale Ruth Metzler-Arnold ha informato il Consiglio federale 
sugli sviluppi internazionali relativi alla questione di una 
possibile integrazione dei dati biometrici nel passaporto. Il 
Consiglio federale ne ha preso conoscenza e ha incaricato il DFGP di 
chiarire ulteriormente entro la fine dell'estate 2004 l'attuabilità 
a livello giuridico e tecnico nonché le conseguenze economico- 
finanziarie di un'introduzione dei dati biometrici nel passaporto 
svizzero, in modo che sia possibile una decisione di principio del 
Consiglio federale.
Già per la terza volta dall'inizio del 2002, oggi il Consiglio 
federale ha discusso degli sviluppi internazionali e delle possibili 
opzioni per la Svizzera in materia. Sullo sfondo vi è la richiesta 
degli USA di imporre, a partire dal 26 ottobre 2004, l’integrazione 
di dati biometrici in tutti i passaporti rilasciati, affinché sia 
ancora possibile entrare negli USA senza visto.
Dibattito su scala internazionale
Il dibattito internazionale sulle possibilità di attuare a livello 
tecnico e organizzativo la richiesta USA è ancora lontano dal 
concludersi, benché si siano prese le prime decisioni basilari in 
seno all'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale (OACI), 
un'agenzia dell'ONU responsabile dell'attuazione di standard validi 
nel mondo per i documenti d'identità. Il riconoscimento facciale è 
stato pertanto definito quale parametro biometrico da impiegare nei 
passaporti, e si è stabilito di impiegare un chip a circuito 
integrato senza contatto quale supporto dati. Numerosi aspetti 
importanti sono ancora da chiarire, come quello della struttura dei 
dati e del tipo di codificazione. Lo stato del dibattito 
internazionale porta a concludere che entro ottobre 2004 neppure una 
nazione sarà in grado di ottemperare alle richieste degli USA. Nei 
vertici internazionali è già stata sollevata la questione di una 
proroga del termine.
Il Consiglio federale da parte sua è in linea di massima interessato 
a sviluppare il tema dei documenti di viaggio, nell’ottica di una 
maggior sicurezza e al fine di rispondere alle necessità di tutti i 
cittadini, in particolare in relazione ai principi fondamentali 
della protezione dei dati. A causa dell'attuale stato della 
situazione, il Consiglio federale ha pertanto incaricato il DFGP di 
continuare a seguire con attenzione la tematica e di procedere in 
stretta collaborazione con gli Stati dell'UE. Una soluzione 
unilaterale della Svizzera nello sviluppo di una soluzione tecnica è 
esclusa, non per ultimo a causa del grave rischio d'incorrere in 
investimenti sbagliati. Entro l'estate 2004 il Consiglio federale 
desidera tuttavia che si chiarifichino l'attuabilità a livello 
giuridico e tecnico nonché le conseguenze economico-finanziarie che 
comporterebbe un'eventuale introduzione dei dati biometrici nel 
passaporto. L'Ufficio federale di polizia (fedpol.ch) è stato 
incaricato di chiarire codesti aspetti in forma di avamprogetto.
Produzione di passaporti: esercizio normale in vista
La produzione del nuovo passaporto si sta sempre più normalizzando, 
da quando a metà agosto si è potuto mettere in funzione una seconda 
via di produzione. Salvo imprevisti, i tempi d'attesa per chi ha 
richiesto un passaporto dovrebbero esaurirsi entro fine ottobre. Al 
momento sono ancora 44 000 le richieste pendenti, circa un terzo di 
quanto era pendente nel momento di punta (126 000) il 6 aprile di 
quest'anno. In tutto dall'inizio dell'anno sono stati già rilasciati 
429 000 passaporti leggibili elettronicamente. Originariamente 
l'aspettativa era di poter produrre circa 300 000 nuovi passaporti 
all'anno.
Altre informazioni:
Servizio d'informazione DFGP, Tel. 031 322 18 18
Arnold Bolliger, Ufficio federale di polizia, Tel. 031 322 43 82

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