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economiesuisse - L'imposta sulle successioni indebolirebbe le PMI

Zürich (ots)

L'iniziativa popolare annunciata minaccerebbe gli impieghi senza risolvere i problemi dell'AVS

L'iniziativa relativa all'imposizione delle successioni annunciata oggi complicherebbe la costituzione del capitale di rischio e la sopravvivenza delle imprese. Un simile scenario è da evitare, in particolare in un contesto economico incerto. Le imprese svizzere non hanno bisogno di nuove imposte, bensì di una diminuzione dei loro oneri. L'imposta federale proposta non garantirebbe il finanziamento dell'AVS a lungo termine, anzi non farebbe che creare problemi.

Occorrono risorse importanti per costituire il capitale di rischio. Tassare i patrimoni elevati non sarebbe privo di conseguenze per l'economia, al contrario. L'introduzione di un'imposta sulle successioni complicherebbe notevolmente la successione nelle imprese. Prevedere degli sgravi, ad esempio in materia di aliquote, non cambierebbe nulla. L'importo esonerato proposto sarebbe così superato in numerosi casi. In un contesto economico teso come quello attuale, le imprese non possono sopportare il benché minimo onere fiscale supplementare. «Affinché si possano mantenere i posti di lavoro in Svizzera, occorre ridurre l'onere fiscale e non introdurre nuove imposte», ha dichiarato Pascal Gentinetta, Presidente della Direzione di economiesuisse.

Se si tiene conto di tutti i prelievi obbligatori, la quota-parte fiscale della Svizzera è attualmente superiore alla media dell'OCSE. Per quanto concerne l'imposizione della sostanza, il nostro paese occupa, nel confronto internazionale, una posizione al vertice che suscita comunque degli interrogativi. E' fuori discussione parlare di «successioni esonerate da imposte»: anche in Svizzera, i capitali che sono oggetto di eredità sono tassati varie volte, sia attraverso l'imposta sul reddito, l'imposta sugli utili e l'imposta sulla sostanza (nell'eventualità di una vendita, essi sarebbero inoltre tassati a titolo dell'imposta sugli utili immobiliari). Questo dà un'idea dell'ampiezza della ridistribuzione dall' «alto verso il basso». Questo vale in particolare per l'imposta sulla sostanza: quasi il 90% del gettito di questa tassa proviene da meno del 10% dei contribuenti. In totale, le imprese e il 20% dei privati con i redditi e le sostanze più elevate finanziano oltre la metà della quota-parte dello Stato.

Esigere l'introduzione di una nuova imposta federale costituisce un attacco supplementare al federalismo finanziario e fiscale, pilastro del modello elvetico. D'altra parte, il netto rifiuto dell'iniziativa del PS, l'anno scorso, ha mostrato che il popolo sostiene la concorrenza fiscale intercantonale. I cantoni devono essere liberi di decidere se desiderano prelevare un'imposta sulle successioni o meno. Negli scorsi anni, la maggioranza di essi hanno scelto di sopprimere questa imposta per gli eredi diretti. Il popolo si oppone inoltre all'introduzione di nuove imposte a livello federale. Secondo il Monitor finanziario 2011, una grande maggioranza degli elettori svizzeri preconizza piuttosto una riduzione delle imposte e delle spese statali.

Inoltre, l'introduzione di una nuova imposta non risolverebbe le difficoltà dell'AVS. In effetti, le sfide che questa assicurazione deve affrontare dipendono dall'evoluzione demografica. Nella misura in cui queste difficoltà si accentueranno, le entrate generate da un'imposta sulle successioni si rivelerebbero insufficienti già dopo pochi anni. Nel frattempo, i problemi strutturali dell'istituzione si aggraverebbero, senza che le riforme necessarie vengano messe in atto. Se si temporeggiasse troppo a lungo, il margine di manovra si ridurrebbe al punto di minacciare perfino, secondo le circostanze, il finanziamento durevole dell'AVS. Per questo motivo economiesuisse rifiuta l'iniziativa, non da ultimo per ragioni di politica sociale.

Contatto:

Angelo Geninazzi
Responsabile economiesuisse per la Svizzera italiana
Telefono : 079 383 79 13
E-Mail : angelo.geninazzi@economiesuisse.ch

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